Nel 2024, la scienza ha parlato chiaro: le alternative vegetali alla carne non solo fanno bene alla salute, ma aiutano anche a ridurre l'impatto ambientale. Studi recenti hanno dimostrato che sostituire la carne animale con prodotti plant-based può abbassare il colesterolo LDL del 12% e portare a una leggera perdita di peso. Inoltre, consumare carne e latte vegetali è stato associato a un rischio ridotto di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Alternative vegetali alla carne: gli ultimi studi
Ma andiamo con ordine. Una revisione sistematica della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha confermato che le alternative vegetali offrono benefici in termini di perdita di peso, salute intestinale e riduzione del rischio cardiovascolare. Anche se non tutti i prodotti sono uguali, la tendenza è chiara: i plant-based sono un alleato per la salute. Allo stesso tempo, una ricerca del Lancet, condotta dall'University College di Londra, ha messo in luce come i prodotti vegetali ultra-lavorati possano essere una scelta migliore rispetto agli equivalenti animali, riducendo il rischio di diabete di tipo 2.
Vegetali: l'asso nella manica per la salute e il pianeta
Non è, però, solo una questione di salute. La Società tedesca per la nutrizione ha infatti aggiornato le sue linee guida, incoraggiando il consumo di latte vegetale fortificato al posto del latte vaccino, citando vantaggi ambientali e un minor contenuto di grassi saturi. Parallelamente, un rapporto della Food Foundation ha analizzato le alternative vegetali alla carne, classificandole in base al livello di lavorazione e rilevando che, in media, queste opzioni contengono meno calorie, meno grassi saturi e più fibre rispetto alla carne convenzionale.
Le alternative vegetali aiutano a ridurre l'eccessivo consumo di carne lavorata
Per l'occasione, Roberta Alessandrini, direttrice del progetto Dietary Guidelines Initiative della Physicians association for nutrition (Pan), ha spiegato come le alternative vegetali possano aiutare a ridurre l'eccessivo consumo di carne lavorata: «Questi prodotti possono rappresentare un primo passo verso l'adozione di una dieta più ricca di alimenti integrali di origine vegetale, in linea con i principi della dieta mediterranea. Stiamo assistendo a ricerche sempre più interessanti sui profili nutrizionali dei prodotti plant-based. Molti di questi potrebbero essere considerati più salutari rispetto alla carne convenzionale, grazie a un minor contenuto di grassi saturi e un maggiore apporto di fibre alimentari».
Studi scientifici confermano: i vegetali fanno bene al cuore e all'ambiente
Alessandrini ha però avvertito che c'è ancora strada da fare: «Alcuni prodotti presentano livelli di sale superiori a quelli della carne tradizionale e molti non sono addizionati con importanti micronutrienti, come la vitamina B12. È fondamentale compiere ulteriori passi per migliorare la qualità nutrizionale di questi prodotti. Non dobbiamo dimenticare, però, che questo comparo è ancora nelle sue fasi iniziali e ha un enorme potenziale per sviluppare opzioni alimentari non solo salutari, ma anche gustose e accessibili».
Alimenti a base vegetale: l'Italia "penalizzata" dal divieto di meat sounding
Sul fronte del mercato, le vendite di alimenti a base vegetale in Italia hanno toccato i 641 milioni di euro nel 2023, registrando un aumento del 16% rispetto al 2021, nonostante le pressioni inflazionistiche. Francesca Gallelli, responsabile per le relazioni istituzionali del Good Food Institute Europe, ha commentato così: «Questi numeri dimostrano chiaramente il crescente interesse dei consumatori italiani per alternative sostenibili. Tuttavia, il divieto di meat sounding imposto dal governo italiano sull'utilizzo di termini comuni come "bistecca" o "salsiccia" per i prodotti vegetali rappresenta un ostacolo ingiustificato, che confonde i consumatori e penalizza un comparto in crescita».
Un sondaggio YouGov del 2024 ha infatti rivelato che il 69% degli italiani ritiene appropriato usare termini come “hamburger” e “latte” per i prodotti vegetali, e il 68% sostiene che le aziende dovrebbero usarli liberamente. Inoltre, il 70% degli italiani considera eccessivo il consumo di carne e il 60% prevede di ridurlo o eliminarlo nei prossimi due anni.