La "guerra" commerciale tra l'Unione europea e Cina sulle auto elettriche rischia di compromettere la crescita dell'export di formaggi made in Italy verso il mercato cinese, che nei primi cinque mesi del 2024 ha registrato un aumento del 35% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti basata su dati Istat, diffusa in seguito all'annuncio di Pechino di un'indagine antisussidi sull'importazione di prodotti lattiero-caseari dall'Ue: una reazione del governo cinese in risposta ai dazi europei sulle auto elettriche, che ora rischia di mettere ancora una volta il cibo italiano al centro delle tensioni politico-economiche, minacciando di colpire l'intero export agroalimentare italiano in Cina, che ha un valore di 590 milioni di euro.

Ue, “guerra commerciale” con la Cina per le auto elettriche: formaggi italiani a rischio
Sulla questione è prontamente intervenuto Stefano Berni, direttore generale del Consorzio del Grana Padano, in prima linea per la tutela dei consumatori italiani (e non): «I dazi ipotizzati dalla Cina contro i prodotti lattiero-caseari dell'Europa zootecnica saranno negativi per l'intero continente e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina - commenta Berni. Anche l'Italia rischia delle conseguenze, ma in misura meno rilevante. Per il Grana Padano la Cina, pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti, è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati».

Il direttore generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni
«Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l'occasione del G7 Agricolo che si terrà in Sicilia dal 21 al 28 settembre prossimi e che vedrà noi prodotti Dop protagonisti al fianco del nostro ministro Lollobrigida anche per scongiurare questa corsa ai dazi e ai contro dazi. Noi siamo a favore della libera scelta del consumatore, purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Quindi, ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita» conclude Berni.
Embarghi e dazi: l'Italia perde miliardi e il Made in Italy viene imitato
Ricordiamo, che, già nel 2019 il cibo italiano (formaggi inclusi) era finito “vittima” della guerra commerciale che contrapponeva l'Ue agli Stati Uniti nella disputa sugli aiuti al comparto aereonautico che coinvolgeva l'americana Boeing e l'europea Airbus. La conseguenza era stata l'entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% sulla lunga lista di prodotti importati dall'Italia e dall'Unione europea tra cui Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
Dura, invece, dal 7 agosto 2014 l'embargo russo deciso da Putin come ritorsione alle sanzioni dell'Unione Europea per l'annessione illegale della Crimea da parte di Mosca, con il divieto all'ingresso a Mosca di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche di pesce italiani. Una misura che - ricorda la Coldiretti - ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia di diversi prodotti presenti nella lista nera: dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si è peraltro aggiunta la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.