Esaminare in dettaglio la presenza e l'andamento dei prodotti Dop e Igp sulle piattaforme di e-commerce e food delivery in Italia esplorando le trasformazioni delle abitudini alimentari e di spesa dei consumatori. Questo l'obiettivo del Rapporto e-food Dop Igp Italia realizzato da Origin Italia in collaborazione con Fondazione Qualivita per analizzare attraverso due studi specifici il mercato digitale dell'e-commerce e del food delivery di queste categorie di prodotti. Le ricerche dono state realizzate con il contributo del ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Il Rapporto ha analizzato 4.000 referenze Dop e 3.400 Igp
Rapporto e-food Dop e Igp, margini di crescita per le attività dei Consorzi
Da un punto di vista quantitativo l'analisi ha segnalato oltre 7.400 le referenze Dop e Igp di cui oltre 4.000 a Denominazione di origine protetta e oltre 3.400 a Indicazioni geografica protetta, con significative differenze tra le diverse categorie di prodotto. Numeri che segnalano anche l'ampio margine di crescita per le attività dei Consorzi di tutela sia in termini di azioni promozionali sia nella creazione di canali di vendita e-commerce ufficiali per le aziende associate che al momento sono riscontrabili solo in due casi. Per quanto riguarda le piattaforme di food delivery la presenza dei prodotti Dop e Igp risulta ancora marginale con pochissime offerte con segnalazione dei prodotti a Indicazione geografica imponendo come primo passo una forte necessità di presidiare il settore. Da un punto di vista qualitativo sono tre i macro-elementi emersi dall'analisi delle piattaforme e-commerce e food delivery che, in maniera costruttiva, possono essere viste come “leve di miglioramento” della presenza Dop e Igp nei mercati digitali per Consorzi di tutela, aziende e piattaforme digitali.
Rapporto e-food Dop e Igp, le leve di migliorameto
In primis sono pochi, nel totale, i produttori Dop e Igp che utilizzano la vendita online e tra di loro sono numerosi quelli in cui le vetrine dei prodotti risultano incomplete (per esempio è frequente la mancanza di foto), rendendo difficile per i consumatori valutare un acquisto di qualità. Un secondo aspetto critico riguarda l'errato o il mancato utilizzo di acronimi, marchi e segni distintivi delle Indicazioni geografiche da parte, molto spesso, delle aziende aderenti al Marketplace o delle piattaforme digitali responsabili della fase di commercializzazione al pubblico. Il terzo aspetto riguarda il basso utilizzo delle Indicazioni geografiche come driver di scelta da parte delle piattaforme digitali: solo pochi player infatti utilizzano le certificazioni d'origine come filtri di ricerca o “tag” all'interno della selezione della spesa. Il miglioramento dei tre macro elementi potrebbe aiutare Consorzi e aziende Dop e Igp nella sfida contro la presenza di prodotti generici che sfruttano la visibilità delle Ig per rincorrere un posizionamento di qualità, danneggiando e logorando la reputazione delle referenze certificate.
Rapporto e-food Dop e Igp, uno strumento conoscitivo essenziale
«Questa indagine – ha spiegato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi – costituisce un primo passo fondamentale e rappresenta uno strumento conoscitivo essenziale per colmare una significativa lacuna nella strategia di valorizzazione e tutela dei prodotti Dop e Igp italiani. Grazie al costante impegno dell'Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ndr) nella lotta alla contraffazione, esiste ora un mercato digitale dove le indicazioni geografiche possono operare in modo efficace. Per continuare a crescere, è però indispensabile che il sistema dei Consorzi di Tutela incoraggi le proprie imprese ad essere maggiormente presenti in questi canali, sviluppando una propria progettualità».
Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia
«Dagli studi – ha sottolineato Mauro Rosati, direttore di Origin Italia – emerge l'importanza di garantire un'esperienza di acquisto online efficace per i prodotti agroalimentari di qualità, attraverso un impegno significativo nella gestione delle informazioni. La trasparenza nei contenuti e nell'etichettatura dei prodotti è cruciale, poiché il consumatore non ha la possibilità di toccarli fisicamente. Le aziende, i Consorzi di tutela e le piattaforme digitali hanno l'opportunità di colmare questa distanza raccontando il percorso di tracciabilità e certificazione del prodotto, narrando la sua storia e quella dei suoi produttori per creare un legame di fiducia con i clienti. Informazioni corrette e trasparenti non solo comunicano efficacemente con il consumatore, ma permettono anche di sviluppare pienamente funzionalità importanti delle piattaforme digitali, come i motori di ricerca dei prodotti, essenziali per comprendere le richieste e trovare i prodotti desiderati».