La Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) accoglie con grande soddisfazione la proposta di legge del governo che punta a strutturare i dehors. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, aveva già annunciato la novità (non particolarmente apprezzata da diversi Comuni) durante la presentazione della Giornata della Ristorazione il 17 maggio scorso. E nella giornata di mercoledì 22 sono stati compiuti i primi passi dell'iter politico che potrebbe portare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nei prossimi mesi con l'Audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati.
Il futuro dei dehors in Italia: si va verso una legge strutturale?
Legge per strutturare i dehors, la Fipe approva
«La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all'aperto - ha commentato con soddisfazione il vicedirettore generale della Fipe, Luciano Sbraga. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita».
Il vicedirettore generale della Fipe, Luciano Sbraga
Numeri alla mano, negli ultimi tre anni, ben il 42% dei pubblici esercizi in Italia ha investito per allestire o ammodernare i propri dehors, per un valore complessivo di 700 milioni di euro. Si tratta di circa 110mila imprese che hanno saputo cogliere le mutate esigenze dei consumatori, sempre più propensi a vivere all'aperto anche durante i mesi invernali.
«A tal proposito - ha sottolineato il vicedirettore generale - da sempre sosteniamo la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall'attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema - ha spiegato Sbraga - non sono i pubblici esercizi, tantomeno i dehors, ma l'assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors».
Analisi Fipe: per i cittadini i dehors sono un fattore positivo
«Una convinzione, questa, confermata anche dalle opinioni di cittadini da cui emerge un giudizio generalmente positivo nei confronti degli spazi esterni di locali, bar e ristoranti. A tal riguardo il caso di Roma è emblematico. Nonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell'emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza, oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c'era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l'estetica dell'ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città» ha concluso Sbraga.
Come sta cambiando il panorama dei dehors?
Tale spinta normativa mira anche a correggere le disuguaglianze emerse durante il periodo post-lockdown, quando l'allargamento delle maglie per quanto riguarda i dehors aveva creato disparità di trattamento. In quella fase drammatica - e piena di vincoli -, infatti, quanti non avevano la possibilità di aprire uno spazio all'aperto hanno sofferto ancora di più.
Sta di fatto che il 55% di bar e ristoranti opera con occupazione di suolo pubblico, il 7,6% l'ha ampliata a seguito dell'emergenza e il 6,5% l'ha introdotta in quel contesto storico secondo i dati Fipe. In generale, dal 2021, si è avuta una crescita di 450mila posti in più nei dehors (fonte Fiepet, Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici) per 750mila metri quadri e 180mila tavoli.
Secondo un'indagine della stessa Fiepet, il 75% delle persone ha apprezzato l'aumento dei posti disponibili all'aperto, soprattutto perché all'esterno «ci si gode la bellezza dei luoghi» (50%) e «d'estate si st più freschi senza dover ricorrere all'aria condizionata» (43%). Tra gli svantaggi viene indicato soprattutto l'occupazione eccessiva dei marciapiedi (52%) e aumenta la confusione nelle strade (39%).