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Fabio Volo e il “menu qualunquista” in prima serata tv

In un monologo durato poco più di un minuto, durante la trasmissione Le Iene del 19 marzo, in prima serata su Italia Uno, Fabio Volo vorrebbe indirizzare gli italiani verso la pigrizia del qualunquismo quando devono fare la spesa

di Luca Bassi
20 marzo 2024 | 19:00

Fabio Volo e il “menu qualunquista” in prima serata tv

In un monologo durato poco più di un minuto, durante la trasmissione Le Iene del 19 marzo, in prima serata su Italia Uno, Fabio Volo vorrebbe indirizzare gli italiani verso la pigrizia del qualunquismo quando devono fare la spesa

di Luca Bassi
20 marzo 2024 | 19:00

A 52 anni Fabio Volo si è accorto di non saper più fare la spesa. Lo ha ammesso martedì 19 marzo, in un monologo durato poco più di un minuto, durante la trasmissione Le Iene, in prima serata su Italia Uno. Davanti - ahinoi - a milioni di spettatori.

 Fabio Volo e il “menu qualunquista” in prima serata tv

Fabio Volo, persona istruita e preparata, vorrebbe indirizzare gli italiani verso la pigrizia del qualunquismo

Fabio Volo, un monologo che non convince

«Qualcuno sa dirmi cosa devo mangiare?», si è chiesto, anzi ci ha chiesto, lo showman bresciano, aprendo il suo monologo sulle scelte alimentari che è durato poco, troppo poco, per l'importanza del tema toccato, e che ha dato l'impressione di essere stato buttato lì, perché l'invito negli studi Mediaset non si poteva rifiutare e bisognava dire qualcosa in quel minuto a disposizione. Ma la domanda sorge spontanea: perché toccare, in così poco tempo e quindi in modo così superficiale, un argomento tanto importante e delicato? Ce n'era davvero bisogno? Fabio Volo nel suo discorso dice anche cose giuste, sacrosante. «Ho visto un documentario di Giulia Innocenzi e mi sembra di aver capito che la carne da allevamento intensivo è un problema». Esattamente: la carne da allevamento intensivo è un problema enorme, che riguarda tutti noi. E che dobbiamo cercare di risolvere al più presto.

Fabio Volo, nel menu solo qualunquismo

Da lì in avanti, però, inizia il qualunquismo allo stato puro, il classico discorso da bar che non porta da nessuna parte. È la tesi di chi si nasconde dietro al più scontato benaltrismo per giustificare la propria non voglia di compiere delle scelte. Il pesce no perché rovina i fondali, la frutta e la verdura nemmeno perché sono prodotte con un sacco di pesticidi. E allora la quinoa? Quella non va bene perché è da fighetti e fa aumentare il prezzo di una materia prima che non dovrebbe essere un lusso. Ma neanche l'avocado, perché lascia senza acque intere popolazioni del Sudamerica. Tutti temi che meriterebbero pagine e pagine di approfondimento. "Ma dove vuole arrivare?", mi sono chiesto più volte mentre lo ascoltavo. L'impressione che arriva allo spettatore a casa, dunque, è che Fabio Volo voglia dire che tanto vale non fare nulla. Perché, se compro «l'altra carne come faccio a distinguere se davvero arriva da un allevamento dove le bestie sono felici? E se compro il bio, chi me lo dice che i pesticidi non arrivino con una folata di vento dal campo lì accanto?».

Fabio Volo, il cibo ha bisogno di spazi e competenze

Siamo certi che l'intento di Fabio Volo (che chi scrive ha sempre reputato una persona intelligente e brillante, una delle poche a parlare in radio di quel che sta succedendo in Palestina, ad esempio, in un momento storico in cui pochi hanno il coraggio di prendere delle posizioni vere e proprie) non fosse quello di trasmettere il messaggio che abbiamo percepito. Eppure il senso di quel monologo sembra essere proprio quello: non cambiamo niente, tanto è tutto già compromesso.

Fabio Volo e il “menu qualunquista” in prima serata tv

Fabio Volo si è accorto di non saper più fare la spesa

A Fabio Volo, però, vogliamo dire che certi argomenti hanno bisogno del giusto spazio e delle giuste competenze per essere affrontati a dovere. Che far passare il messaggio del “qualsiasi cosa facciamo non va bene uguale” è terribile, soprattutto in un'epoca in cui il consumatore finale ha un potere enorme. Che è quello di non far impennare il prezzo della quinoa, ad esempio, o di “costringere” certe multinazionali almeno a provare a strizzare l'occhio al green.

Fabio Volo, con lo sforzo di tutti grandi risultati

Dobbiamo ricordarci che mai come in questo caso la consapevolezza è tutto e che solo la consapevolezza può influenzare il consumatore e, quindi, il mercato. Per farlo non serve diventare tutti vegani o vegetariani (quelle sono scelte personali, che nessuno deve giudicare), non serve boicottare l'avocado o il pesce tutto. Basta sapere che ad ogni comportamento corrisponde una conseguenza e che il nostro futuro passa anche da questo.

Comprare il cibo giusto però costa, qualcuno potrebbe obiettare. Certo che costa, ed è un sacrificio in tutti i sensi: economico, fisico e intellettuale. Ma con lo sforzo di tutti si possono ottenere grandi risultati. Basterebbe saper fare qualche rinuncia: meno carne di dubbia provenienza, meno salumi imbustati, meno pesce inscatolato, meno insalate confezionate e meno verdure fuori stagione. Non sarà facile, ma nemmeno impossibile.

Ecco, questo dovrebbe essere il messaggio da far passare in diretta su Italia Uno in prima serata, a milioni di spettatori. Perché - ne siamo certi - nemmeno Fabio Volo, persona istruita e preparata, vorrebbe indirizzare gli italiani verso la pigrizia del qualunquismo quando devono compiere scelte politiche importanti, fondamentali, come decidere cosa mettere nel loro carrello.

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