Una doccia fredda per gli imprenditori balneari, è il caso di dirlo. Non bastassero le preoccupazioni circa la carenza di personale e la legge Bolkenstein che rimette in discussione le concessioni balneari, con il rischio che il mercato possa essere condizionato dall'ingresso di grandi gruppi imprenditoriali, ora c'è anche il tema doccia a pesare sulle riaperture, ma anche sui consumatori.
La nuova legislazione viene considerata un’altra tegola sulla testa di un settore martoriato di incertezze e caos
Doccia fredda per i balneari: cosa dice la norma
Il decreto legislativo 18/2023 obbliga ad avere acqua potabile nelle spiagge italiane, imponendo che l'acqua con cui si viene a contatto negli stabilimenti sia «destinata al consumo umano». In sostanza significa che anche docce e piscine debbano avere acqua potabile, con i balneari che dovranno adeguarsi già entro l'estate.
Secondo la nuova normativa l’acqua con cui si viene a contatto negli stabilimenti deve essere «destinata al consumo umano»
«Il problema dei pozzi artesiani all'interno degli stabilimenti balneari, e quello conseguente della necessità dell'approvvigionamento di acqua potabile per le docce e i lavapiedi, è un'altra tegola sulla testa di un settore ormai, da anni, martoriato di incertezze e caos, sia legislativo che burocratico», ha precisato l'avvocato Stefania Frandi, presidente del Sindacato italiano balneari Fipe-Confcommercio Toscana.
Doccia fredda anche per i consumatori: rincari all'orizzonte
«Se non verrà adottato un minimo di buon senso per adeguare la normativa alle esigenze delle imprese, la prossima estate si potrebbe rischiare, oltreché un aumento del prezzo di alcuni servizi di spiaggia, anche la mancanza di acqua alla cittadinanza visto l'accresciuto fabbisogno di acqua potabile» ha continuato Frandi.
Non solo balneari, ma doccia fredda anche per campeggi e strutture ricettive
E il problema potrebbe «ampliarsi a dismisura perché soggetti ai nuovi obblighi sembrerebbero essere anche i campeggi e, in generale, le strutture ricettive e ricreative», secondo la presidente che ha concluso: «Il confronto con la Regione è in corso ma gli imprenditori balneari sollecitano una risposta adeguata e soprattutto celere, dal momento che l'inizio della stagione turistica è davvero vicina».
Balneari, prosegue lo stato di agitazione dopo la doccia fredda
I presidenti delle Associazioni balneari Sib-Confcommercio Antonio Capacchione e Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli hanno scritto una nuova lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per informarla di avere «proclamato lo stato di agitazione della categoria a causa dell’assenza di una norma che decida il futuro delle concessioni demaniali marittime, in scadenza il 31 dicembre 2024».
«Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia: l’inerzia del governo e del parlamento rischia di distruggere un importante settore economico perfettamente efficiente e di successo», dicono rinnovando la richiesta di un «incontro per meglio rappresentare e illustrare la gravità della situazione e l’urgenza di un intervento normativo risolutivo».