Il governo, con il decreto legge varato il 29 settembre scorso, ha deciso: in Italia non ci saranno più bagnini minorenni. Fra due mesi, infatti, entrerà in vigore il nuovo regolamento per i bagnini di salvataggio, che alza l'età minima per l'accesso ai corsi di formazione - obbligatori per ottenere i brevetti - da 16 a 18 anni, rendendo così - fanno sapere le associazioni di categoria - ancora più difficile trovare il personale da impiegare sulle spiagge.
Il nuovo regolamento per i bagnini alza l'età minima per l'accesso ai corsi di formazione da 16 a 18 anni
Stop ai bagnini minorenni: il rischio di creare un solco generazionale
Un cambiamento dall'impatto facilmente misurabile considerando che circa il 95% dei partecipanti ai corsi, gestiti sul territorio dalla Federazione italiana nuoto (Fin) e dalla Società nazionale di salvamento (Sns), è composto da minori. Facendo un rapido calcolo, grazie a specifiche convenzioni con le scuole, Fin e Sns formano annualmente tra i 100 e i 120 giovani, di cui il 70-80% trova impiego nella successiva stagione. Ma oltre alla carenza di personale per l'estate 2024, questa normativa potrebbe creare poi un "solco generazionale" capace di compromettere anche la stagione del 2025.
«Assumere un under 18, per un’azienda, era diventato un problema sia sotto il profilo della responsabilità del datore nei suoi confronti sia da un punto di vista di giorni liberi (chi lavora sabato e domenica, cioè nei giorni di maggiore affluenza, ha diritto a due giorni liberi invece di uno) - commenta Daniele Avvento, presidente del Sindacato italiano balneari (Sib) di Confcommercio Grosseto - ma i ragazzi prima erano il salvagente delle imprese: ora ci hanno tolto anche questa possibilità».
Stop ai bagnini minorenni: i possibili scenari
Dunque, cosa succederà? Se la quadra non si trova, due sono i possibili scenari secondo il presidente regionale della Toscana della Federazione italiana imprese balneari (Fiba) Simone Guerrini: «O si distanziano le torrette o ciascuno tornerà a fare da sé».