È scattata in seguito ad approfondimenti sulla vendita di ingenti partite di Champagne, transitate ripetutamente solo “sulla carta” dall'Italia alla Francia, l'operazione che ha consentito ai finanzieri del Comando Provinciale di Milano di arrestare, nelle scorse ore, cinque soggetti e notificare l'obbligo di dimora ad un altro indagato. Eseguito anche un sequestro preventivo di oltre 220 milioni di euro, pari al profitto dell'associazione di cui la banda faceva parte, considerando anche l'Iva complessivamente evasa. Le indagini, coordinate dalla Procura Europea, hanno trovato il pieno appoggio del gip del Tribunale di Milano, che ha stabilito per gli affiliati tre ordinanze di custodia in carcere. Due sono finiti ai domiciliari.
Le false fatture sullo Champagne hanno portato alla banda profitti per 220 milioni di euro, compresa l‘evasione dell‘Iva
Il meccanismo dell'associazione prevedeva il passaggio simulato e ripetuto della medesima merce tra operatori commerciali nazionali e comunitari, agevolato dal coinvolgimento di una capillare rete di società ubicate in diversi paesi europei (Spagna, Portogallo, Bulgaria, Francia, Olanda, Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca, Belgio e Ungheria) e Regno Unito. Le false fatture transitavano da missing trader estere, cartiere nazionali e società filtro, fino a raggiungere nuovamente il primo soggetto, realizzando attraverso la cosiddetta “frode carosello chiusa”. Un termine tecnico che descrive un'operazione non imponibile Iva, che consente un netto risparmio fiscale. Coinvolte nella frode un totale di quarantatré aziende tra italiane ed estere. Diciassette, invece, le persone fisiche tra agenti di commercio, consulenti e gestori della contabilità e della logistica.
Fatturato alle stelle grazie all'evasione dell'Iva
Determinante il lavoro dei finanzieri italiani, che sono riusciti a determinare il meccanismo di un vorticoso giro di fatture false, dal 2015 al 2021, per un fatturato di oltre 850 milioni di euro, da cui deriva un'evasione di imposta sul valore aggiunto per circa 170 milioni di euro. Le investigazioni delle Fiamme Gialle, condotte attraverso l'analisi della documentazione acquisita dai diversi soggetti economici e riguardante operazioni di compravendita di grandi quantità di bevande alcoliche, hanno portato alla scoperta di una vera e propria filiera societaria fraudolenta che, sfruttando il meccanismo dell'Iva intracomunitaria, ha inserito nei circuiti commerciali legali prodotti a prezzi più bassi di quelli di mercato.
Sulla scorta dei riscontri probatori acquisiti, sono stati contestati i reati associazione per delinquere con l'aggravante della transnazionalità, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti in frode all'Iva comunitaria, appropriazione indebita nell'ambito societario, riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio dei proventi illeciti nonché le correlate violazioni per le società coinvolte. «L'esito dell'attività investigativa, svolta in stretta sinergia tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza di Milano – sottolineano gli inquirenti - testimonia l'impegno quotidianamente profuso a presidio della sicurezza e a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese, con particolare riferimento al contrasto delle frodi Iva transfrontaliere».