Pronti, partenza... lumos! Pesaro accende il suo “Albero della vita” con una cerimonia che ha richiamato in piazza del Popolo migliaia tra pesaresi e cittadini temporanei accorsi per assistere all'inaugurazione della Biosfera, installazione scultoreo-digitale unica in Europa con i suoi quattro metri di diametro e oltre due milioni di led. Un'opera viva, interagibile e in dialogo con la città e la collettività, ideata per narrare e condividere la natura della Capitale italiana della cultura e «lanciare Pesaro nel futuro della modernità» ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. «L'idea della Biosfera nasce dall'esigenza di avere un simbolo di Pesaro 2024, un'icona che potesse incarnare e raccontare La natura della cultura della nostra Capitale: la sfida culturale e il rilancio della Pace, che camminano parallelamente a quella della sostenibilità» spiega il sindaco, che continua: «Ci siamo ispirati all'Albero della Vita di Expo 2015», un simbolo di cui tutti abbiamo memoria, declinandolo con un oggetto iconico vicino a Pesaro: la sfera.
Pesaro accende la Capitale della cultura con la Biosfera
La Biosfera a Pesaro Capitale della cultura 2024: un'icona per la città
La Biosfera è un'icona, un oggetto di design e di alta tecnologia, che renderà ancora più attrattiva e più competitiva la città. Ma allo stesso tempo che farà riflettere sul cambiamento climatico.
«Quella che abbiamo visto è stata un'anteprima; in generale quella dell'accensione della Biosfera è la seconda grande cerimonia della Capitale italiana della cultura, dopo l'apertura del 20 di gennaio alla Vitrifrigo Arena con il presidente della Repubblica Mattarella. Quel giorno è stato straordinario, perché abbiamo visto crescere l'entusiasmo e la partecipazione dei pesaresi, con una copertura mediatica nazionale ed internazionale unica. Avevamo detto che sarebbe stato solo l'inizio, e così è: in queste settimane il programma ha cominciato a prendere forma, con tante iniziative culturali e artistiche che proseguiranno a ritmi intensi nei prossimi giorni» ha concluso Ricci.
Pesaro 2024, la Biosfera è un progetto simbolo della Capitale della cultura
La Biosfera sarà luogo di aggregazione, promozione culturale e tecnologica tramite gli interventi audiovisivi che attraverseranno i suoi milioni di led e che combineranno arte e scienza, patrimonio culturale e tecnologia, storia e innovazione.
La Biosfera, il simbolo di Pesaro Capitale della cultura
«È un progetto simbolo della Capitale - ha sottolineato Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza -, sintesi perfetta tra tecnologia, patrimonio e sostenibilità, alla base di ciascuno dei progetti di dossier di Pesaro 2024. La presenterà il patrimonio del territorio e contenuti interattivi inediti e interagenti con il pubblico che si muoverà attorno all'opera. Sarà inoltre collegata all'attualità, in particolare al tema dei cambiamenti climatici. Sarà un modo per collegarsi al mondo, per collegare il mondo a Pesaro e farne un punto di ritrovo per i pesaresi e per i cittadini temporanei che ci raggiungeranno per la Capitale e che crediamo si affezioneranno anche alla versatilità di questo strumento capace di ribaltare il paradigma dell'oggetto tecnologico solo per specialisti».
Tutto sulla Biosfera, l'installazione di Pesaro per la Capitale della cultura
L'installazione è spazio in cui far convergere e disporre un dialogo multidisciplinare ospitando opere di natura artistica e scientifica.
- La prima opera è Pesaro 2024, che punta alla valorizzazione del territorio e della cultura della città. Sulla superficie sferica vengono visualizzati video a 360 gradi del patrimonio paesaggistico, storico, artistico-culturale del territorio. Una reale immersione che permette di ripercorrere i luoghi della Capitale con una modalità inedita. Stravolgendo la percezione canonica, la visione sferica, apre a una dimensione tridimensionale e fa immergere il pubblico in una esperienza dello spazio a metà tra mondo reale e digitale.
- La seconda opera, Data Visualization Climate Change, trasforma dati e algoritmi da entità astratte in visualizzazioni e simulazioni che stimolano una riflessione sulla relazione tra uomo e pianeta mettendo in connessione natura, scienza e tecnologia. La matrice sono i dati raccolti sullo stato di salute del pianeta Terra attraverso i satelliti del progetto Copernicus dell'Unione europea, coordinato da Esa, utilizzati come nuovo alfabeto per creare un corpus di visualizzazioni che guida gli spettatori a una nuova comprensione e consapevolezza sul cambiamento climatico. I dati si materializzeranno in composizioni estetiche. Il dialogo tra dati scientifici e design generativo crea, attraverso l'intelligenza artificiale e complessi sistemi algoritmici, simulazioni che stimolano a una riflessione visiva ed esperienziale sul cambiamento climatico.
- La terza opera, Materia, è una scultura digitale all'interno della struttura-sfera modellata in real-time dal movimento degli spettatori attorno a essa. La Biosfera è involucro, guscio che contiene una materia digitale-plastica multiforme che si fessura, faglia e plasma. L'opera è una scultura generativa, condivisa e collettiva, nata dall'interazione con gli spettatori. All'interno si creano geometrie tridimensionali magmatiche in evoluzione, rese interattive dalla posizione nello spazio del pubblico. Come “natura tecnologica” soggetta all'erosione, le forme si scavano e sono rese malleabili dall'influsso umano. L'opera interroga il binomio uomo-natura, l'influsso umano sulla materia e le potenzialità di creazione e distruzione. È metafora dell'influsso dell'umanità sui fragili ecosistemi.