Un’importante svolta per il comparto alberghiero italiano arriva dalla chiusura dell’indagine dell’Antitrust sul presunto abuso di posizione dominante da parte di Booking.com. La piattaforma di prenotazioni online, leader in molti Paesi europei, ha accettato di apportare una serie di modifiche al proprio sistema per rispondere alle preoccupazioni sollevate dall’istruttoria avviata su segnalazione di Federalberghi. Ora rimane da capire, però, cosa cambierà alla luce del percorso in atto, tanto per i consumatori quanto, soprattutto, per gli operatori del settore. Anche perché, accanto al miglior ranking assegnato nelle pagine del portale di annunci, rimane aperta anche la battaglia della competitività.
Si è chiusa l'indagine dell'Antitrust sul presunto abuso di posizione dominante da parte di Booking
Booking, cosa cambia
Al centro dell’indagine, pratiche considerate limitanti dell’autonomia degli albergatori nella gestione delle tariffe sui vari canali di vendita online. In particolare, l’attenzione si è concentrata sul programma "Partner Preferiti", che garantisce maggiore visibilità nei risultati di ricerca a fronte di commissioni più elevate e dell’obbligo di mantenere prezzi competitivi. Tra le criticità segnalate figurava anche la possibilità per Booking di applicare sconti senza il consenso delle strutture ricettive, al fine di allineare le offerte alle migliori disponibili sul mercato. In risposta alle accuse, Booking ha presentato un pacchetto di impegni volto a migliorare la trasparenza e a garantire maggiore libertà tariffaria agli operatori del settore. Questi interventi puntano a bilanciare il rapporto tra la piattaforma e gli albergatori, offrendo a questi ultimi maggiore controllo sulle proprie strategie di prezzo.
Booking, cosa cambia ora
La chiusura dell’istruttoria può essere letta come una vittoria per gli operatori del settore, che da anni denunciano una situazione di squilibrio nella relazione con i colossi delle prenotazioni online. Attualmente, Booking intermedia circa il 68% delle prenotazioni alberghiere effettuate tramite piattaforme digitali in Italia, confermandosi come leader di mercato, ma il panorama potrebbe presto cambiare.
Ranking e reputazioni online: sfide cruciali per il settore alberghiero
Negli ultimi due decenni, la vendita online delle camere e la flessibilità tariffaria hanno rappresentato due grandi opportunità per il settore alberghiero, permettendo di ottimizzare l’occupazione delle strutture e di incrementare i ricavi. Tuttavia, queste dinamiche si sono sviluppate in un contesto reso più complesso dalla crescente diffusione degli affitti brevi, che hanno messo sotto pressione molti operatori. Ora bisognerà capire come le modifiche suggerite da Booking andranno ad impattare sul mercato, posto che una soluzione potrebbe essere riunirsi attorno ad un tavolo per trovare un punto di incontro comune.
Booking & co, un fronte ancora aperto
Anche perché, se Booking rappresenta uno dei principali attori, anche altri operatori seguono logiche non dissimili. Per questo l’instaurazione di un dialogo costruttivo tra gli operatori del settore turistico e le piattaforme di prenotazione appare sempre più necessaria per affrontare le sfide di un settore in costante evoluzione. È chiaro, infatti, che la posizione dominante – come è stata riconosciuta dall’Antitrust – rischiava di danneggiare strutture e operatori.
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In un contesto in cui la reputazione online vale sempre di più ed incide con un peso sempre maggiore nelle scelte dei consumatori, occorre vigilare affinché non ci siano recensioni false o a pagamento. Per questo è fondamentale, come già per i criteri che stabiliscono la posizione sui portali di prenotazione come Booking (ma non solo), che i criteri con cui vengono selezionate le recensioni stesse siano verificate e visibili senza filtri, per garantire equità e trasparenza, evitando che le piattaforme diventino arbitri del successo o fallimento degli hotel.