Città che vai, regolamento sugli affitti brevi che trovi. Una circolare dal prefetto di Bari Francesco Russo, ha ribadito l’obbligo per i gestori di strutture ricettive di verificare di persona l’identità degli ospiti. Un intervento che fa seguito ad un’altra circolare, quella del capo della Polizia Vittorio Pisani, che riguardava proprio check-in online e key box. Ma proprio su questi due temi ogni città si sta muovendo in ordine sparso, recependo e interpretando le indicazioni ministeriali in maniera differente, aumentando il caos e alimentando una confusione che non giova nell’ottica di attrarre turisti, spiazzati dalla costellazione di regole e regolamenti diversi.
Check-in online e key box, la circolare di Bari
«In un momento storico delicato, caratterizzato da eventi che richiedono un alto livello di allerta, si conferma la necessità di identificare gli ospiti de visu», ha scritto il prefetto di Bari nel documento di quattro pagine che è stata inviata ai sindaci della Città Metropolitana e alla locale Camera di Commercio.
A Bari il prefetto conferma la necessità di identificare gli ospiti di persona
Il documento evidenzia i rischi legati ai sistemi automatizzati di check-in, che non garantiscono una verifica adeguata e possono permettere l’accesso a soggetti non identificati, con potenziali pericoli per la collettività. Il prefetto ha invitato i sindaci a tenere conto delle indicazioni, mentre la Camera di Commercio è stata incaricata di informare le associazioni di categoria. Giovanni Castrovilli, presidente dell’associazione Extralberghiero Terra di Bari, ha spiegato: «Il check-in in presenza è fondamentale per accogliere al meglio i turisti». Tuttavia, la questione riguarda principalmente i privati che affittano abitazioni per brevi periodi.
Key box, il blitz a Roma
La polizia locale di Roma ha avviato la rimozione delle key box nel centro della Capitale, dispositivi utilizzati dai gestori di alloggi turistici per consentire l'accesso autonomo agli appartamenti tramite codice. L'iniziativa è stata motivata da ragioni legate al decoro urbano e alla nuova normativa che obbliga i gestori a verificare personalmente l'identità degli ospiti. Sebbene la normativa non vieti esplicitamente l'uso delle key box, il Comune, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri, ha deciso di intervenire per combattere l'overturismo e migliorare l’aspetto della città, anche in vista del Giubileo del 2025.
La polizia locale di Roma ha avviato la rimozione delle key box in centro
Il Comune ha invitato i residenti a segnalare la presenza delle key box nei loro condomini, con sanzioni previste in caso di mancata denuncia. Le operazioni di rimozione sono iniziate nel primo municipio e proseguiranno in altri quartieri, come Trastevere, Testaccio, Prati e Ostia. Durante i primi interventi, la polizia ha sequestrato cassette posizionate su pali e portoni, mentre altre zone sono ancora monitorate. Questa iniziativa ha suscitato critiche tra i gestori, come Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, che ha denunciato una mossa politica eccessiva, sottolineando che le key box sono strumenti utili non solo per il self check-in, ma anche per gestire le chiavi in caso di emergenze o pulizie. Fagnoni ha messo in dubbio l'efficacia della rimozione e ha invitato l’amministrazione a trovare soluzioni più equilibrate che rispettino sia le esigenze dei professionisti del settore che il decoro urbano.
Key box, Firenze lancia la stretta
Mentre a Roma è già iniziata la rimozione delle key box utilizzate per gli affitti brevi, il Comune di Firenze si prepara a intervenire. La sindaca Sara Funaro ha dichiarato: «Abbiamo avviato un percorso con la prefettura per modificare il regolamento di polizia urbana e il regolamento Unesco. Dopo la delibera di giunta e consiglio, saremo pronti a intervenire sotto il profilo estetico e della sicurezza, in linea con la circolare del Ministero dell’Interno». Durante un incontro promosso da Fiavet-Confcommercio Toscana, la sindaca ha annunciato un tavolo di lavoro con gli operatori del settore turistico e commerciale per sviluppare una strategia di gestione dell’overtourism. Tra le proposte avanzate, la regolamentazione degli affitti brevi, il rimborso dell’Imu per chi converte le locazioni turistiche in residenziali, e la tutela delle attività di vicinato. Pier Carlo Testa, presidente di Fiavet Toscana-Confcommercio, ha commentato: «Più che di overtourism, dovremmo parlare di turismo disorganizzato. Vogliamo collaborare per trovare soluzioni operative e logistiche».
Laura Masi, presidente della Fondazione Destination Florence Convention Bureau, ha sottolineato l’importanza della destagionalizzazione e della delocalizzazione dei flussi turistici: «La nostra realtà, con 130 aziende in partenariato pubblico-privato, vuole contribuire analizzando soluzioni efficaci». Anche Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit, ha espresso l’esigenza di mantenere alta l’attenzione sulle destinazioni principali come Roma, Firenze e Venezia, favorendo al contempo la scoperta di aree meno note. Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, ha infine evidenziato la necessità di tolleranza zero verso abusivismo e concorrenza sleale: «Un approccio condiviso porterà benefici tangibili alle città che vivono di turismo e commercio d’eccellenza».
Key box e affitti brevi: Torino divisa
Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino, accoglie con favore la misura del goveno, evidenziando la necessità di regolamentare un settore che spesso sfugge alle regole. «Benvenuti nel mondo dell’ospitalità - ironizza -. Gestire una reception 24 ore su 24 ha un costo, ma rappresenta anche una garanzia di sicurezza e professionalità, che distingue gli operatori improvvisati da quelli professionali». Di diverso avviso è Valerio Nicastro, presidente di Host Italia, che invita a un’interpretazione più flessibile della normativa. «La circolare non introduce nuove regole, queste esistono dal 1931. Non si parla di eliminare le keybox, ma di garantire la sicurezza attraverso l’identificazione personale. Stiamo cercando di mediare con il ministero per adottare soluzioni moderne, come il riconoscimento digitale tramite SPID o videochiamate. Una startup torinese aveva già sviluppato un sistema simile».
A Torino è scontro sulle key box
Cristina Rondolino, che gestisce una trentina di appartamenti, sottolinea l’utilità delle keybox in molteplici contesti, dal check-out alla gestione del personale delle pulizie. «Noi effettuiamo sempre il check-in di persona, ma le keybox sono indispensabili per molte esigenze operative. Il problema vero non è l’uso di questi strumenti, ma la mancanza di supporto delle forze dell’ordine. In passato, ho ospitato due pregiudicati senza che la Questura intervenisse. Una volta, dopo un reato avvenuto nel mio appartamento, ho dovuto occuparmi da sola dello sgombero». Rondolino evidenzia anche la necessità di modernizzare il sistema: «Non è possibile che nel 2024 non si possa ancora identificare un ospite digitalmente. È un passo evolutivo necessario per il settore».
Affitti brevi, scontro a Venezia
Le polemiche sul nuovo regolamento per le locazioni turistiche del Comune di Venezia continuano ad accendere il dibattito, coinvolgendo amministratori, categorie economiche e attivisti. Il Regolamento introduce nuove regole per gli affitti turistici, limitando l’esercizio superiore a 120 giorni annui alle sole attività iscritte in un apposito registro. L’iscrizione richiede la presentazione di una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) entro 120 giorni dall’approvazione della variante urbanistica in Consiglio Comunale. Alla Scia dovrà essere allegato un atto d’obbligo, firmato dal proprietario o da un altro soggetto con titolo idoneo, che garantisca il rispetto delle disposizioni del Regolamento e dei relativi provvedimenti attuativi. Qualora la gestione fosse affidata a un terzo, anche quest’ultimo dovrà sottoscrivere l’atto. Trascorsi i 120 giorni iniziali, non sarà più possibile iscriversi al Registro fino al 31 dicembre 2026, data di scadenza sperimentale del provvedimento. Il nuovo Regolamento impone inoltre il rispetto di specifiche buone pratiche per i proprietari, tra cui effettuare il check-in esclusivamente di persona e in loco, a cura di un incaricato, fornire agli ospiti sacchetti per la raccolta differenziata dotati di etichette con il codice identificativo dell’unità immobiliare ed esporre all’interno dell’alloggio i numeri di emergenza e il recapito telefonico di un referente, garantendo reperibilità h24 in caso di necessità.
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L’assessore al Bilancio Michele Zuin ha cercato di difendere il provvedimento, affermando: «Non capiamo questa avversità. Ribadiamo due punti cardine: non si toccano i diritti acquisiti, quindi nessuno perderà il lavoro; inoltre, rimane fermo il check-in di persona per spiegare ai turisti il rispetto del vicinato e della città. Questo punto è stato introdotto dal Ministero dell’Interno per motivi di sicurezza». Il tema sarà nuovamente discusso a gennaio. Tra i rappresentanti delle categorie, Claudio Scarpa di Ava (Associazione Veneziana Albergatori) ha sottolineato la necessità di una «battaglia comune per una Legge speciale» che, come in passato, favorisca il finanziamento ai residenti per il restauro delle case. Scarpa ha anche evidenziato come il problema degli affitti per i residenti sia legato a leggi che tutelano principalmente gli inquilini, creando difficoltà per i proprietari in caso di morosità.
A Venzia è stato introdotto un nuovo regolamento per gli affitti turistici
Giuliano Marchi di Confedilizia ha ribadito un principio fondamentale: «La proprietà privata non si tocca». Elena Fiorani di BreVe ha invece criticato l’obbligo di indicare a inizio anno i 120 giorni di locazione: «È impossibile con tutte le variabili in gioco». Ondina Giacomin di Abbav (Associazione Abbav- Locazioni Brevi Turistiche, B&B, Case Vacanza, Guest House) ha chiesto che il check-in in presenza venga esteso anche agli alberghi senza portiere notturno o alle guide che consegnano i passaporti agli hotel senza vedere gli ospiti. Elio Dazzo dell’Aepe (Associazione Esercenti Pubblici Esercizi di Venezia) ha commentato che, pur non accontentando nessuno, il regolamento rappresenta un primo passo: «Non si può fermare l’attività privata, ma possiamo introdurre regole diverse per indirizzare la proprietà privata verso i canali commerciali». Roberto Panciera di Ascom (Associazione commercianti) ha evidenziato l’importanza di fissare regole per l’identificazione degli ospiti: «È fondamentale per motivi di sicurezza e rispetto». Tuttavia, ha sottolineato che queste regole da sole non risolveranno il problema della residenzialità. Gli agenti immobiliari di Agata e Fiap hanno bocciato l’emendamento Pellicani, difeso invece dall’associazione Ocio, che ha lamentato il mancato coinvolgimento delle realtà rappresentative della residenzialità nelle commissioni.
Check-in online e key box, l’appello al governo
Aigo Confesercenti ha scritto ai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e del Turismo Daniela Santanchè per chiedere un incontro urgente sulla circolare. L’associazione ha evidenziato criticità interpretative e applicative, proponendo l’utilizzo di tecnologie avanzate, come quelle adottate negli aeroporti, per il riconoscimento digitale dei documenti. «È necessario trovare una soluzione equilibrata che garantisca sicurezza e praticità», ha dichiarato Aigo, sottolineando i rischi di svantaggio competitivo per le imprese italiane rispetto a quelle straniere. L’associazione ha anche fatto riferimento a un decreto del sostituto procuratore di Roma, che non ha convalidato il sequestro di alcune key box in assenza di prove sull’inadeguata identificazione degli ospiti. Aigo ha concluso sottolineando l’importanza di alternative tecnologiche che semplifichino i processi di accoglienza senza compromettere la sicurezza, salvaguardando un settore cruciale per l’economia italiana.