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Briatore: Ristoranti Michelin? Noiosi! Le mie pizzerie sono più divertenti

Briatore critica le stelle Michelin, definendo noiosa la sua unica esperienza in un ristorante stellato. Secondo lui, la pizza è il piatto che unisce tutti e nelle sue pizzerie Crazy Pizza si cerca l’atmosfera e il divertimento

 
09 novembre 2024 | 16:50

Briatore: Ristoranti Michelin? Noiosi! Le mie pizzerie sono più divertenti

Briatore critica le stelle Michelin, definendo noiosa la sua unica esperienza in un ristorante stellato. Secondo lui, la pizza è il piatto che unisce tutti e nelle sue pizzerie Crazy Pizza si cerca l’atmosfera e il divertimento

09 novembre 2024 | 16:50
 

Flavio Briatore non ha paura di dire quello che pensa, come hanno dimostrato le sue dichiarazioni contro il comune di Roma dopo la multa per i fiori finti nel suo locale Crazy Pizza di Via Veneto a Roma, e ora l'ultima sua dichiarazione è un "attacco" al mondo delle stelle Michelin. «Ho mangiato in un ristorante con la stella Michelin una volta sola, e che noia!», ha detto al Corriere della Sera, con un sorriso sprezzante. In un mondo in cui ogni chef sogna il riconoscimento dell’alta cucina, Briatore non ha nessuna intenzione di assecondare quella "sacralità gastronomica" che sembra dominare la scena culinaria. Le stelle? Non sono il suo obiettivo, né la sua misura di successo. Al contrario, lui punta a un concetto completamente diverso: divertimento, atmosfera e, soprattutto, un piatto semplice ma amato da tutti, la pizza. E se i ristoranti stellati si concentrano sulle tecniche sofisticate, Briatore preferisce offrire un'esperienza dove il vero lusso è stare bene e godersi una serata spensierata.

Briatore: Ristoranti Michelin? Noiosi! Le mie pizzerie sono più divertenti

Flavio Briatore

Briatore: Le stelle? Non ci interessano!

L’imprenditore piemontese ha recentemente inaugurato il suo nuovo ristorante a New York, un traguardo che si inserisce nel suo ambizioso progetto di espansione internazionale. Ma, nonostante il successo, Briatore è chiaro su un punto: per lui, la vera stella è la pizza e, soprattutto, l’esperienza che i clienti vivono all’interno dei suoi locali. Niente formule sofisticate, niente piatti decorati con un'attenzione quasi maniacale ai dettagli. A “Crazy Pizza”, la vera magia sta nell'atmosfera.

E non parliamo di un'atmosfera qualsiasi. Briatore ha spiegato che uno degli aspetti principali del suo brand è quello di creare un’esperienza divertente per i clienti. «Noi non siamo qui per fare una pizza in un locale serio, con tavoli eleganti e riservati. Qui la gente viene a divertirsi, a fare serata, e la pizza è solo un pretesto per stare insieme, mangiare bene e stare in compagnia».

Briatore ha sottolineato che, a suo parere, i ristoranti stellati spesso nascondono troppo il vero sapore del cibo. Parlando di esperienze gastronomiche che lo hanno visto protagonista in locali di lusso, ha dichiarato: «Quell’esperienza mi ha annoiato. Cinque ore seduto al tavolo per assaporare piatti che sembrano opere d'arte ma che alla fine non so neanche cosa fossero… Al Crazy Pizza si mangia un piatto povero, ma che piace a tutti: la pizza. E ci si diverte di più!».

L’apertura di Crazy Pizza a New York

L’ultimo capitolo di Briatore nel mondo della ristorazione è l’inaugurazione di “Crazy Pizza” a New York, che segna un altro grande passo nel suo progetto di internazionalizzazione del brand. La location scelta, un elegante angolo di Soho, non è casuale. Briatore ha spiegato che l'idea di aprire negli Stati Uniti è maturata solo dopo una lunga fase di studio e preparazione. «Volevamo essere pronti», ha sottolineato. «Non è solo una questione di marketing e comunicazione, ma di capire davvero il mercato. La pizza che serviamo deve essere la stessa che troveresti a Monaco, Dubai o Sardegna. Non possiamo fare compromessi».

L’apertura della sede newyorkese è stata un successo immediato. Il locale è stato gremito di clienti sin dai primi giorni, grazie anche alla popolarità della sua socia, l'ex compagna Heidi Klum, che ha partecipato all’inaugurazione. «I social media si sono scatenati, ma l’importante è che il locale resti pieno anche dopo, e noi siamo già pieni fino alla fine di novembre», ha dichiarato Briatore, soddisfatto dei risultati ottenuti.

L'idea di "Crazy Pizza"

Flavio Briatore non sta solo aprendo pizzerie, ma sta creando un vero e proprio movimento nel mondo della ristorazione. "Crazy Pizza" non è solo una pizzeria, ma un luogo in cui si viene a vivere un'esperienza unica. L'atmosfera è allegra, dinamica, e assolutamente fuori dagli schemi. Un DJ suona musica, i camerieri sono coinvolti nel creare un’atmosfera festosa, e la pizza è solo una delle componenti di un'esperienza che punta soprattutto sul divertimento.

Briatore: Ristoranti Michelin? Noiosi! Le mie pizzerie sono più divertenti

Il Crazy Pizza di Via Veneto a Roma

Briatore spiega: «Non è solo una pizza. Noi siamo nel settore dell’ospitalità e vogliamo che i nostri clienti vivano una serata speciale. Vogliamo che si divertano, che si rilassino e, soprattutto, che si godano la vita. La pizza è solo il pretesto per fare tutto questo».

Napoli: la prova regina del Crazy Pizza

La nuova apertura a New York non è l’unica prova del successo di Briatore con il brand "Crazy Pizza". A settembre 2024, infatti, è stata inaugurata la sede a Napoli, la capitale mondiale della pizza. Nonostante per Briatore la pizza napoletana «sembra chewing gum»... «Napoli è stata la nostra prova regina», ha detto Briatore, orgoglioso del risultato ottenuto. «Se riesci a conquistare Napoli, vuol dire che sei davvero forte. E noi siamo pieni anche lì. Questo ci rende davvero orgogliosi».

Progetti futuri: espansione globale del Crazy Pizza

L'espansione del brand "Crazy Pizza" non si ferma a New York e Napoli. L’obiettivo è di arrivare a 55-60 sedi in tutto il mondo entro la fine del 2025. Per raggiungere questo traguardo ambizioso, Briatore ha già in mente una serie di aperture in Europa, America e Asia. «Nel 2023 abbiamo fatto più di 25 milioni di euro di fatturato, e per il 2024 l’obiettivo è superare i 45 milioni», ha affermato con sicurezza.

L’idea è di aprire locali in luoghi di grande appeal internazionale come Saint-Tropez, Dubai, Belgrado, ma anche in mercati emergenti come l’India e l'Albania. La scelta di aprire in queste destinazioni non è casuale: Briatore è sempre stato un esperto nel riconoscere le tendenze globali e nel saper anticipare il mercato.

Una delle peculiarità di "Crazy Pizza" è che, nonostante il forte orientamento internazionale, la qualità del cibo e dell’esperienza deve restare invariata in ogni sede. Briatore è fermamente convinto che la pizza debba essere la stessa a New York, a Dubai o in Puglia, per non deludere le aspettative dei clienti. «Se una persona viene da noi a New York e ha già mangiato da noi a Monaco, deve trovare la stessa pizza», afferma.

Qual è il segreto del successo di Crazy Pizza?

Il segreto del successo di "Crazy Pizza" risiede probabilmente nella capacità di Briatore di unire un prodotto semplice come la pizza con un’esperienza completa, capace di coinvolgere i clienti sotto ogni aspetto. La sua visione del mondo della ristorazione è chiara: non basta offrire un buon piatto, bisogna offrire un’ottima esperienza. Ecco perché i suoi locali sono pensati come luoghi di intrattenimento dove la pizza diventa il pretesto per una serata di divertimento.

Ma il vero colpo di genio di Briatore sta nella sua capacità di rivoluzionare l’immagine della pizza: non più solo cibo, ma anche un’occasione per socializzare, divertirsi, e vivere l’ospitalità come una forma di intrattenimento. La pizza è un piatto popolare, che piace a tutti, e Briatore è riuscito a trasformarlo in un simbolo di lusso accessibile, ma anche di una nuova idea di socialità.

E mentre le stelle Michelin brillano nei ristoranti più esclusivi, a Briatore interessa un'unica stella: quella dei suoi clienti soddisfatti. Il suo obiettivo per i prossimi anni è chiaro: espandersi in tutto il mondo, mantenendo sempre l'essenza del suo brand. Perché, come dice lui stesso, «Le stelle per noi sono i nostri clienti, e per adesso ci va bene così».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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