Più di un ragazzo su tre utilizza i social per informarsi sulle pratiche alimentari. Si tratta di uno dei dati emersi dalla recente indagine di Fipe-Confcommercio (la Federazione italiana dei pubblici esercizi), condotta da Ipsos, offrono un quadro interessante sulle abitudini alimentari dei giovani italiani, evidenziando non solo i comportamenti legati al cibo, ma anche le percezioni e le priorità che influenzano il loro rapporto con l’alimentazione. L’indagine, presentata in occasione dell'assemblea 2024 dell'associazione, si concentra in particolare sui giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni e sulle dinamiche che guidano la loro educazione alimentare e ne sottolineano l'importanza. E a crescere è soprattutto l'incidenza dei social network.
Fipe, l’educazione alimentare
Secondo lo studio, la maggior parte dei giovani acquisisce una corretta educazione alimentare all’interno del contesto familiare: il 44% degli intervistati considera la famiglia la principale fonte di insegnamento sui corretti stili alimentari. Seguono, in ordine di importanza, i social network (36%) e la scuola (30%). Quest'ultimo dato evidenzia un ampio consenso tra i giovani sulla necessità di un’azione combinata di casa e scuola. Infatti, l’86% dei giovani ritiene che la scuola abbia un ruolo importante nell’educazione alimentare, mentre il 93% considera fondamentale introdurre percorsi educativi sul cibo fin dalla scuola primaria.
Il 67% dei genitori under 35 considera "molto importante" insegnare ai propri figli l’importanza di un’alimentazione varia e sana
Il dato che più di ogni altro emerge è la convinzione che la scuola debba essere un veicolo fondamentale per promuovere la cultura del cibo sano. La maggior parte degli intervistati concorda nel ritenere che percorsi educativi sul cibo dovrebbero essere attivati sin dai primi anni di istruzione. Questa richiesta si colloca in un contesto più ampio di evoluzione delle abitudini alimentari dei giovani, sempre più orientate al benessere, con un’attenzione crescente alla freschezza degli ingredienti e alla semplicità nella preparazione.
Un altro aspetto rilevante che emerge dall’indagine è il ruolo cruciale che i genitori hanno nell’educazione alimentare dei propri figli. Il 67% dei genitori under 35 considera "molto importante" insegnare ai propri figli l’importanza di un’alimentazione varia e sana, ma anche in questo caso, la regola principale resta quella del buon esempio: il 56% dei genitori ritiene che i genitori debbano essere modelli positivi. L'alimentazione è vista come una leva fondamentale per garantire la salute e il benessere dei figli, ma anche come un'opportunità per trasmettere valori quali la convivialità e l'importanza della qualità del cibo.
Fipe, il ruolo della ristorazione
Non meno importante è il ruolo della ristorazione, che ha un impatto significativo sulle abitudini alimentari dei giovani. Mangiare fuori casa è un’abitudine diffusa e apprezzata, in quanto rappresenta un modo per uscire dalla routine quotidiana, incontrare amici o gratificarsi con qualcosa di diverso dal solito. Tuttavia, nonostante questo desiderio di diversificazione, il 51% degli intervistati ammette che il budget familiare non sempre consente loro di mangiare fuori come vorrebbero.
Fipe, cibo per benessere e lotta all’obesità
Per il 40% dei giovani, il cibo è strettamente legato al benessere, inteso come il risultato dell'uso di ingredienti freschi e di preparazioni semplici. A questo si affianca la crescente consapevolezza del cibo come occasione di espressione creativa: il 35% dei giovani considera la cucina un modo per divertirsi, sperimentare e dare sfogo alla propria creatività. Un dato interessante è che ben l’80% dei giovani cucina almeno occasionalmente, e la metà lo fa con regolarità. La ricerca delle ricette su internet è diventata una pratica quotidiana per il 79% degli intervistati, con il 32% che lo fa frequentemente.
L'obesità infantile rimane un problema da risolvere
Un altro dato preoccupante che emerge riguarda l’alimentazione dei più piccoli. In Italia, il 39% dei bambini tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, un dato che colloca il nostro Paese al secondo posto tra quelli con il più alto tasso di obesità infantile in Europa. Questi numeri evidenziano l’importanza di un’educazione alimentare che coinvolga tanto la famiglia quanto la scuola. La ristorazione scolastica gioca un ruolo fondamentale in questo contesto: ben il 53,1% dei bambini tra i 3 e i 5 anni pranza quotidianamente a scuola, favorendo un’alimentazione sana e la socializzazione tra i piccoli.