Dopo il pollo, la campagna elettorale di Donald Trump prosegue a ritmo di fritture. Il tycoon ha recentemente visitato un McDonald’s a Feasterville-Trevose, nella contea di Bucks, in Pennsylvania, una zona elettoralmente in bilico, mettendosi anche a sfornare patatine fritte.
Donald Trump gioca (anche) nelle cucina di McDonald's la sua campagna elettorale
Presidenziali Usa: Trump il proletario
Durante la visita, il candidato repubblicano ha indossato il grembiule della nota catena di fast food, lavorando con i dipendenti per alcune operazioni, come riempire i sacchetti da asporto e immergere patatine nell’olio. «È necessaria una grande abilità per farlo bene e velocemente» ha scherzato Trump, sottolineando la sua connessione con i lavoratori comuni.
Trump ha cucinato delle patatine fritte da McDonald's
Questa tappa rappresenta una chiara strategia per rafforzare la sua immagine di leader vicino alla classe operaia. Trump ha approfittato dell’occasione per accusare la sua rivale Kamala Harris di non aver mai lavorato in un fast food, ribadendo la sua posizione in difesa dei lavoratori. Ha poi ironizzato sul suo “compenso troppo basso” per quel turno simbolico.
Presidenziali Usa: Trump e la politica del fritto
Questa mossa si inserisce in una più ampia strategia elettorale in cui il cibo gioca un ruolo importante. Recentemente, Trump ha fatto discutere lanciando scatole di pollo fritto alla folla durante una partita di football americano in Alabama. Tale azione ha suscitato diverse reazioni sui social, ma evidenzia un tema comune: il tentativo di usare simboli della cultura popolare per conquistare il consenso elettorale.
Le scelte alimentari, dai fast food al pollo fritto, vengono usate dai candidati per mostrare vicinanza alla cultura e ai gusti del pubblico, soprattutto in stati chiave come la Pennsylvania, decisivi per le elezioni del 2024.