A Bergamo, nell'ambito della rassegna Forme, è stato presentato il primo Rapporto sul turismo e il mondo caseario, ideato e realizzato dalla presidente dell'Associazione italiana turismo gastronomico, Roberta Garibaldi. Questo studio, che rappresenta una novità assoluta, ha fornito un'analisi dettagliata di un comparto in forte crescita e ha delineato strategie per valorizzare l'incontro tra il mondo del formaggio e il turismo. L'evento - supportato dal Comune di Bergamo, il progetto Forme e "Bergamo città creativa per l'enogastronomia" e moderato dal direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini - ha visto la partecipazione di figure di rilievo, tra cui la sindaca di Bergamo Elena Carnevali, il presidente di Afidop Antonio Auricchio, e numerosi esperti e rappresentanti del comparto caseario e turistico.
A Bergamo ha preso il via la nona edizione di Forme
Tra i temi principali emersi durante la conferenza, spiccano la crescente importanza del turismo enogastronomico legato al formaggio e la necessità di valorizzare le eccellenze casearie italiane in chiave turistica, per promuovere lo sviluppo economico locale e offrire esperienze autentiche ai visitatori. Il rapporto analizza inoltre l'attuale offerta turistica legata al formaggio, evidenziando le migliori pratiche italiane e internazionali, nonché i desideri emergenti dei cosiddetti cheese lovers, una categoria di viaggiatori in continua espansione.
Turismo caseario in forte crescita: i numeri e le tendenze
Il turismo legato al formaggio è, appunto, in forte crescita: ben il 32,7% dei turisti italiani ha partecipato ad almeno un'esperienza a tema formaggio negli ultimi tre anni, con una crescita del 7,3% rispetto al 2021. Le attività principali includono visite ai caseifici, eventi e festival tematici, itinerari turistici dedicati e proposte culinarie in ristoranti specializzati. Tuttavia, come sottolineato dalla stessa Roberta Garibaldi, nonostante il crescente interesse, «il settore caseario non ha ancora ricevuto l'attenzione che merita in un'ottica sistemica». E il rapporto mira proprio a colmare questa lacuna, proponendo una visione integrata che possa stimolare una maggiore attenzione verso le eccellenze territoriali, generando nuove opportunità di crescita sostenibile.
La visita ai caseifici rappresenta il cuore dell'offerta turistica legata al formaggio, ma negli ultimi anni le proposte si sono diversificate, diventando sempre più coinvolgenti. Corsi di cheese pairing (apprezzati dal 55% dei turisti) e laboratori del formaggio (52%) si sono affermati come esperienze molto richieste. Anche le aziende si stanno avvicinando a questo mondo con proposte originali, come i blind test organizzati da Carozzi Formaggi a Pasturo. La ristorazione ha intrapreso un percorso di innovazione, con l'apertura di cheese bar - come la Latteria Perenzin a San Pietro di Feletto o la Formaggioteca Terroir a Firenze - e servizi di cheese catering, come quelli offerti dall'altoatesino Degust. Non mancano poi le carte dedicate ai formaggi nei ristoranti, richieste da quasi 6 italiani su 10.
Il direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini, Antonio Auricchio, Cesare Baldrighi, Elena Carnevali e Roberta Garibaldi
Anche i musei del formaggio stanno vivendo un crescente interesse: il 44% degli italiani ha espresso il desiderio di visitarne uno di rilevanza nazionale. Eventi come il Cheese di Slow Food continuano a catturare l'attenzione del pubblico, mentre esperienze più insolite, come le Spa a tema formaggio - ad esempio quella della Fiorida in Valtellina, che utilizza latte crudo e fieno nei trattamenti - ampliano ulteriormente l'offerta. Infine, gli itinerari tematici come la Strada dei Formaggi delle Dolomiti e i pacchetti turistici che includono visite ai luoghi di produzione stanno conquistando sempre più viaggiatori alla ricerca di esperienze autentiche.
La voce degli esperti: un turismo enogastronomico di qualità
Durante la presentazione del rapporto, numerosi esperti hanno sottolineato l'importanza di un approccio strategico per sviluppare ulteriormente il turismo caseario. Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, ha dichiarato: «Il turismo enogastronomico rappresenta una delle innovazioni più promettenti e immediate per molte denominazioni, soprattutto quelle caratterizzate da produzioni più limitate. Questa forma di turismo consente di raggiungere i consumatori in modo più diretto e profittevole, offrendo esperienze autentiche e valorizzando la qualità dei prodotti locali».
Un punto chiave emerso dalla conferenza è la difesa del settore caseario italiano dalle imitazioni. Dominga Cotarella, presidente di Terranostra, ha spiegato: «Il turismo legato al formaggio, comparto in crescita in un mercato molto competitivo che spesso ci pone nemici sleali, va difeso, sostenuto negli investimenti, nei canali commerciali e nei mercati». Secondo Cotarella, è fondamentale investire sia nel capitale materiale che in quello immateriale, come le competenze umane, per mantenere la competitività del settore.
Anche Antonio Auricchio, presidente di Afidop, ha evidenziato il ruolo cruciale dei ristoratori e degli chef nella promozione dei formaggi italiani: «I turisti che scelgono l'Italia sono sempre più alla ricerca di esperienze enogastronomiche appaganti. Una volta tornati a casa, i turisti non si limitano più a ricordare i sapori, ma hanno acquisito una conoscenza che permette loro di chiedere gli stessi prodotti e di distinguere tra le eccellenze italiane autentiche e le imitazioni».
Bergamo si conferma capitale del formaggio
Sede della presentazione del rapporto, Bergamo si conferma poi al centro del turismo caseario, con 9 formaggi Dop, una ricca varietà di prodotti certificati e il riconoscimento come Città Creativa Unesco per la Gastronomia. La sindaca Elena Carnevali ha dichiarato: «Il nostro territorio, riconosciuto per la sua lunga tradizione casearia, ha un primato di eccellenza. Dunque, è legittima l'ambizione di fare di Bergamo una capitale del formaggio». La collaborazione con altre città creative nel mondo rappresenta un'opportunità unica per promuovere l'arte casearia delle valli orobiche, contribuendo allo sviluppo economico e alla valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Collaborazione e sviluppo: Il futuro del turismo caseario
Infine, il rapporto ha evidenziato l'importanza della collaborazione tra attori pubblici e privati per massimizzare le sinergie tra turismo e formaggio. Un esempio virtuoso è il progetto “Nutrire il domani”, sviluppato nelle Valli di Primiero e Vanoi per promuovere i formaggi locali. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha stimato di aver attratto 180mila visitatori nel 2023 grazie a iniziative simili.
Il sindaco di Bergamo Elena Carnevali a Forme
Concludendo, Roberta Garibaldi ha sottolineato: «Il turismo legato ai formaggi ha il potenziale per generare benefici significativi per i territori coinvolti. L'aumento del reddito per i produttori locali, la creazione di nuove opportunità lavorative e il sostegno alla conservazione delle tradizioni sono alcuni degli impatti positivi osservabili». La sfida futura sarà quella di consolidare il formaggio come elemento centrale del turismo enogastronomico, promuovendo un'offerta integrata e sostenibile che possa rispondere alle esigenze del mercato e contribuire allo sviluppo delle comunità locali.