Turisti, turisti come se piovesse. È un po' quello che sta capitando a Bergamo, città di 120mila abitanti, che negli ultimi anni ha visto un sempre più crescente numero di turisti piovere letteralmente dal cielo. Già, perché gran parte degli arrivi nella cittadina orobica transitano dall'aeroporto Il Caravaggio di Orio al Serio, che ha visto il proprio traffico letteralmente esploso. I numeri parlano chiaro: dal 2009 al 2023 - secondo i dati forniti da Assaeroporti - i passeggeri sui voli di linea e charter sono più che raddoppiati, passando da 7 a circa 16 milioni.
Gran parte degli arrivi a Bergamo transitano dall'aeroporto di Orio al Serio
Ma anche se questo fenomeno ha portato visibilità e opportunità economiche alla città, in particolare in ambito commerciale e ricettivo, sta sollevando preoccupazioni crescenti legate all'overtourism, un fenomeno che ha indubbiamente contribuito a rivitalizzare molte aree della città: il centro storico, ad esempio, con la magnifica Città Alta, ha visto un fiorire di attività commerciali, ristoranti e strutture alberghiere, e l'afflusso di visitatori ha alimentato l'economia locale, offrendo nuove opportunità lavorative e valorizzando il patrimonio culturale e architettonico.
Overtourism, l'altra faccia della medaglia
Ma l'altra faccia della medaglia dice però che i benefici economici sono accompagnati da una serie di criticità che stanno iniziando a farsi sempre più evidenti. Uno dei problemi principali è legato alla pressione sulle infrastrutture urbane. Bergamo, con una popolazione relativamente contenuta, non è strutturata per gestire un flusso turistico continuo e di grandi proporzioni. La viabilità cittadina, già congestionata, è spesso messa a dura prova dall'afflusso di turisti, mentre i trasporti pubblici, progettati per una popolazione stabile, faticano a soddisfare la domanda aggiuntiva. A questo si aggiunge l'impatto ambientale, con un aumento delle emissioni e dei rifiuti legato non solo all'attività turistica, ma anche ai voli aerei in costante crescita.
Un altro aspetto critico riguarda l'equilibrio tra i visitatori e la popolazione residente. L'aumento del turismo, soprattutto nei periodi di alta stagione, trasforma il tessuto urbano, imponendo cambiamenti che non sempre sono percepiti in modo positivo dai cittadini. La Città Alta, ad esempio, uno dei luoghi più iconici e visitati, sta subendo una progressiva trasformazione in direzione di un'offerta turistica massiva, con un proliferare di attività commerciali che spesso rischiano di sacrificare l'autenticità storica e culturale della zona. Questo fenomeno, comune a molte altre città d'arte, porta con sé il rischio di una “disneyficazione” degli spazi urbani, dove le esigenze dei turisti prevalgono su quelle dei residenti, e dove l'identità locale rischia di essere annacquata.
Overtourism e gli effetti sul mercato immobiliare
L'overtourism ha anche effetti indiretti sul mercato immobiliare. L'aumento della domanda turistica ha portato molti proprietari a convertire le proprie abitazioni in affitti brevi, spesso attraverso piattaforme come Airbnb. Questo fenomeno ha avuto l'effetto di ridurre l'offerta abitativa per i residenti, causando un incremento dei canoni di locazione, che in alcune zone della città sono diventati insostenibili per chi vive e lavora a Bergamo. Ciò genera tensioni sociali e una progressiva “espulsione” dei residenti dalle aree più centrali, con conseguenze negative sulla coesione della comunità locale.
Bergamo, gli effetti del turismo sul mercato immobiliare
D'altro canto, sarebbe riduttivo considerare il turismo unicamente come una minaccia. Se gestito in modo sostenibile, rappresenta un'importante risorsa per il futuro di Bergamo. La sfida per le istituzioni locali è quella di trovare un equilibrio tra valorizzazione turistica e tutela della qualità della vita dei cittadini. Alcune città, in Italia e all'estero, stanno adottando politiche innovative per mitigare l'impatto dell'overtourism, come la regolamentazione degli affitti brevi, il contingentamento degli accessi a determinate aree o la promozione di un turismo più responsabile e consapevole.
Il presidente di Sacbo: «Bergamo è cresciuta insieme all'aeroporto»
«Nel corso degli ultimi due decenni l'aeroporto, che genera l'8% del Pil provinciale, ha fornito un apporto decisivo al tessuto socioeconomico del territorio orobico, favorendo le relazioni internazionali sia in termini turistici che di business e culturali - ci spiega il presidente di Sacbo, la società che gestisce lo scalo bergamasco, Giovanni Sanga. La percentuale dei passeggeri che visita la città e alloggia nei confini della provincia è aumentata in proporzione al traffico passeggeri. Le meraviglie di Città Alta sono fortemente attrattive e lo skyline che si staglia dall'aeroporto è di per sé un biglietto da visita unico. I numeri stagionali dimostrano che c'è un turismo di qualità, generato anche da chi viaggia per motivi di lavoro e coglie l'occasione per conoscere il patrimonio monumentale e artistico di Bergamo. E poi ci sono i grandi eventi, culturali, di natura fieristica o sportiva, che alimentano le presenze. Credo che ogni appuntamento o manifestazione debba fornire a chi vi partecipa elementi utili per fare della venuta a Bergamo l'occasione per ammirarne il ricco patrimonio, compreso quello enogastronomico».
Bergamo è cresciuta insieme all'aeroporto di Orio al Serio
Overtourism? No. A Bergamo un “turismo ordinato”
Per quanto il rischio di overtourism, il presidente Sanga ha le idee chiarissime: «L'immagine che i turisti offrono visitando la città è quella di un flusso ordinato, di persone che intraprendono la passeggiata lungo le Mura o che si recano ad ammirare le vestigia di Santa Maria Maggiore e le collezioni dell'Accademia Carrara. Una città così animata - spiega Sanga - ha sicuramente arricchito la socialità e ritengo che il termine overtourism, messo in relazione a chi si accalca e affolla disordinatamente, non sia associabile a Bergamo. Preme sottolineare che, numeri alla mano, il nostro aeroporto prima e più di altri ha spinto la ripresa dei viaggi dopo il periodo terribile della pandemia. Di ciò dobbiamo dirci lieti e fortunati. Anche perché il rilancio del traffico aereo ha consentito di ritrovare le abitudini lavorative e di gestione del tempo libero, contrassegnando il ritorno alla normalità. L'immagine della gente che percorre la Corsarola in Città Alta rappresenta ciò che le città d'arte attendono nei loro camminamenti».
Il presidente di Sacbo, Giovanni Sanga
Gli impatti dei voli sui cittadini? Sacbo al lavoro per la sostenibilità
Ma questa impennata di turismo provoca più vantaggi o svantaggi per una cittadina medio-piccola qual è Bergamo e per la sua vasta provincia? Perché, a detta di molti residenti nelle aree destinate al passaggio dei voli - sia in fase di decollo che di atterraggio - il gioco non sempre vale la candela: «Ho avuto modo di fare mia una saggia riflessione - risponde Sanga - ovvero che tutti gli aeroporti portano beneficio a un'area molto vasta rispetto a quella limitata su cui finiscono per impattare. Noi prestiamo attenzione costante a chi risiede nell'intorno aeroportuale e ci siamo fatti carico di rendere sempre più sostenibile tutto ciò che è connesso alle attività di volo. Quanto di positivo l'aeroporto genera è nel numero degli occupati diretti e indiretti, nelle opportunità offerte a chi studia e lavora grazie ai collegamenti aerei, nella internazionalizzazione della nostra università, nelle trasformazioni riqualificanti che vediamo realizzate sul territorio. Contestualmente, le azioni messe in campo per contenere l'impatto dell''attività aeronautica sulle aree urbane prossime allo scalo stanno procedendo in piena sintonia con i programmi prefissati. L'impiego di aeromobili sempre più efficienti, che riducono i consumi e abbattono il rumore al decollo, è nell'interesse delle compagnie aeree come del gestore aeroportuale, la cui missione è quella di produrre benefici e minimizzare l'impatto sull'ambiente circostante in un contesto di funzionalità e sicurezza».
Gli impatti dei voli sui cittadini? Sacbo al lavoro per la sostenibilità
Con Ryanair un periodo di confronto prima del nuovo accordo
Infine, una doverosa riflessione sulla collaborazione tra Sacbo e Ryanair, senza ombra di dubbio uno dei segreti dell'enorme sviluppo dello scalo bergamasco negli ultimi quindi anni. Non è un caso, infatti, se il rapporto di Assaeroporti 2009-2023 dica che otto passeggeri su 10 transitati da Il Caravaggio l'hanno fatto con la compagnia low-cost irlandese, che oggi sta discutendo con Sacbo un nuovo accordo che porterà - se fumata bianca sarà - il matrimonio tra lo scalo e Ryanair fino al 2035.
«Il rapporto di collaborazione tra Sacbo e Ryanair non è in discussione - sottolinea fermamente Sanga. In un periodo di negoziazione per il rinnovo e il prolungamento degli accordi in essere è normale che le parti si confrontino, senza divergenze ma nell'intento di costruire un futuro sempre più solido e duraturo. Così è stato fin dagli esordi della compagnia aerea irlandese sul nostro aeroporto, nel lontano 2002. Bergamo rappresenta la più importante base del sud Europa di Ryanair, che qui ha investito anche per creare un centro di manutenzione degli aeromobili tra i più avanzati in assoluto nel panorama internazionale, gestito da Seas».