Rifiuta di cedere il bar alla camorra e gli viene imposto il pagamento di 70mila euro attraverso cambiali da mille euro ciascuna. Una drammatica vicenda che è iniziata circa tre anni fa, nell'ottobre del 2020, e che ha visto protagonista un imprenditore di Arzano (Napoli), che lo scorso novembre, esausto per le continue vessazioni, ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri. E oggi, lunedì 29 gennaio, il Ros, al termine di indagini coordinate dalla Dda, ha arrestato cinque persone (tre dei quali già in carcere), tutti legati al clan Di Lauro, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il "pizzo" è stato corrisposto regolarmente fino al luglio 2022 quando la vittima, esasperata, ha deciso di vendere il bar per liberarsi della maxi tangente.

Il bar della camorra ad Arzano: arrestate cinque persone del clan Di Lauro
Il bar della camorra ad Arzano: il proprietario aveva già pagato 100mila euro
Una speranza rivelatasi vana perché subito dopo avere aperto un altro bar in un'altra zona di Arzano gli aguzzini si sono ripresentati per minacciarlo di morte e soprattutto per pretendere nuovamente i mille euro al mese. Le indagini dei carabinieri hanno consentito di scoprire particolari non denunciati della vicenda: il clan Di Lauro aveva imposto di pagare delle somme a titolo di estorsione già a partire dal 2018 in quanto si riteneva proprietario del bar.
Dagli accertamenti del Ros di Napoli è emerso che il commerciante, intorno ai primi giorni di gennaio 2019, aveva già pagato 100mila euro in contanti per mettere fine alle pretese della camorra. A sostegno di questo particolare ci sono anche alcune dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Salvatore Roselli, soprannominato "Frizione", elemento di vertice del clan Amato-Pagano (nato da una scissione dal clan Di Lauro) riscontrate dai militari del Ros.