L'Enea continua a dimostrare il suo impegno nello sviluppo di tecnologie avanzate che non solo supportano la vita nello spazio ma aprono nuove prospettive per l'esplorazione spaziale a lungo termine. Nel percorso verso Marte, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, nell'ambito dei progetti Hortspace e Bioxtreme finanziati dall'Agenzia Spaziale Italiana, ha sviluppato un pomodoro nano ricco di molecole antiossidanti, diventando una pietra miliare nell'autosostentamento degli astronauti durante le missioni di lunga durata nello spazio. Questa iniziativa promettente è stata dettagliata nei risultati pubblicati sulle prestigiose riviste scientifiche come Frontiers in Astronomy and Space Sciences e Frontiers in Plant Sciences.
I pomodori San Marziano per i lunghi viaggi nello spazio
Pomodori ricchi di antiossidanti per i viaggi spaziali
Le piante modificate, ribattezzate 'San Marziano', rappresentano non solo una fonte alimentare, ma anche una risorsa di molecole ad alto valore aggiunto, come antiossidanti e biofarmaci, essenziali per sostenere la vita negli avamposti spaziali futuri. L'ambiente spaziale presenta sfide uniche, tra cui l'ambiente confinato, la gravità ridotta e le radiazioni ionizzanti che possono influenzare la salute umana, la produttività delle piante e la qualità del cibo. Dal 2024, l'Enea ha studiato attentamente come le piante possano crescere efficacemente in questo ambiente extraterrestre e come le radiazioni possano influenzarne la fisiologia. Il San Marziano, risultato di questa ricerca, presenta dimensioni più compatte e un maggior contenuto di antocianine, molecole antiossidanti benefiche.
Com'è stato ottenuto il San Marziano?
Attraverso una collaborazione con l'Università di Amsterdam, i ricercatori dell'Enea sono riusciti a stimolare la biosintesi delle antocianine nel pomodoro, ottenendo un prodotto biofortificato. Un risultato senza precedenti è stato raggiunto comprendendo gli effetti delle radiazioni ionizzanti durante l'intero ciclo vitale della pianta, oltre a valutare gli impatti sui principali indici del metabolismo. Il processo di ricerca è stato supportato dall'impianto Calliope nel Centro Ricerche Casaccia (Roma), capace di simulare alcune delle condizioni spaziali.