L’Italia non è New York e, a quanto pare, per il Governo italiano gli affitti brevi non sono un problema. O meglio, lo sono solo per gli alberghi. Ma in ogni caso mentre la Grande Mela li vieta, in Italia vige il caos più totale. Non solo nelle città, ma anche in Parlamento, dove sta diventano un “metti la cera, togli la cera” per fare una citazione cinematografica. Così il disegno di legge sugli affitti brevi della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che era stato trasformato d’urgenza in decreto legge per essere subito reso esecutivo, salta dall’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi 25 settembre. Il motivo? Il freno della Lega che con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, mette il bastone tra le ruote alla Santanchè (e agli alberghi). Per Salvini la proprietà privata è sacra e lo Stato non può entrarci. Peccato però che la libertà di qualcuno non può minacciare quella degli altri, soprattutto se ad essere minacciati sono gli alberghi e il turismo che, ricordiamolo, sono il comparto (insieme all’agroalimentare) su cui si basa l’economia italiana. Per questo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, fa notare a Salvini che «A casa mia la proprietà privata è quella dove tu vivi. Invece con questa norma tu ti compri tranquillamente due appartamenti e ci fai un business per 365 giorni l'anno con gli affitti brevi».
Affitti brevi, cosa vuole la Santanchè (e gli alberghi)
Una situazione alla quale la ministra Santanchè vorrebbe, a fatica, mettere un freno. Con il disegno di legge che avrebbe dovuto essere un decreto legge in cui erano stati inseriti limiti già finiti sotto accusa: per i soggiorni turistici di una notte in Italia l’unica soluzione possibile è ricorrere a una struttura ricettiva tradizionale (a meno che i turisti non siano una famiglia numerosa); due soli gli appartamenti che lo stesso proprietario può destinare alla locazione breve (inferiore a 30 notti) e partire da tre immobili in su la locazione è attività economica e, quindi, il proprietario dovrà aprire una partita Iva. Senza dimenticare l’introduzione di un codice identificativo a ogni unità immobiliare e gli obblighi di dotazioni di sicurezza, dispositivi antincendio e rilevatori di monossido di carbonio, proprio come gli alberghi.
Salvini con i proprietari di casa: Lo stato non può toccare la proprietà privata
Ma se un decreto d’urgenza poteva blindare le decisioni non è così con il disegno di legge… E la Santanchè sembra essere sempre più isolata. Contro di lei in particolare Salvini per cui «la proprietà privata è sacra e ognuno deve essere libero di decidere come mettere a reddito il proprio immobile. Se il privato ha un appartamento e vuole metterlo a reddito a breve, a medio o a lungo termine non penso che sia compito dello Stato decidere se lo devi fare a breve, a medio o a lungo termine. Siamo in un paese libero e siamo in sintonia con l'intero governo».
Gli affitti brevi sono un problema sempre più minaccioso per gli alberghi
Peccato però che con questa affermazione sembra che il ministro Salvini non tenga conto che il mercato degli affitti brevi è un settore che continua a crescere d’importanza e alimenta la concorrenza con gli alberghi (nell’ambito del turismo) e con gli affitti a lungo termine sul mercato immobiliare. E il tutto senza dimenticare che sul tavolo c'è anche l'evasione fiscale di molti proprietari (che non pagano nemmeno le imposte di soggiorno) svolgendo un lavoro spesso in nero. Ma si sa, a Salvini il colore nero non sembra dare fastidio ...
Secondo Federturismo Confindustria in Italia sono, infatti, oltre 500mila gli immobili destinati ad affitti brevi, «nella totale assenza di regolamentazione che in molti centri ha creato problemi di overtourism», spiega Bocca.
Ma, nonostante ciò, controllando sul sito del Governo dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, 25 settembre, il pacchetto bandiera della ministra Santanché non c’è… Ci saranno di sicuro limature dopo l’uscita di Salvini, ma quello che è certo è che il problema degli affitti brevi va affrontato con più incisività dal Governo italiano e non al suono di boutade e slogan e di certo nessuno “può fare ciò che vuole”…
Possibile che lo capiscano solo a New York?!
Il testo elaborato dal ministero del Turismo al momento sembra in ogni caso pronto e pare possa andare in Consiglio dei ministri mercoledì. In quella sede si deciderà se presentarlo sotto forma di disegno di legge o di decreto legge. Il provvedimento dovrebbe essere poi presentato nel prossimo Consiglio dei ministri fissato per il prossimo mercoledì, anticipato di un giorno rispetto ai piani iniziali.