L'hotel quattro stelle Excel Navigli e il ristorante "Al Naviglio", frutto della joint venture tra lo chef Carlo Cracco e l'imprenditore veneziano Dino Scaggiante, sembravano, solo due anni fa, una delle novità più attraenti nel panorama della hotellerie e della ristorazione di Milano. La struttura, situata in una location storica affacciata sulle rive del Naviglio Grande, era una promettente scommessa che univa la ristorazione di alta qualità a prezzi accessibili con un'accoglienza confortevole. Tuttavia, la realtà si è dimostrata ben diversa dalle aspettative, tanto da arrivare alla chiusura definitiva, come accaduto un anno fa - nella stessa zona - al Pont de Ferr. Già lo scorso febbraio, Carlo Cracco aveva lasciato il progetto, probabilmente focalizzando le sue energie sulla nuova avventura romana all'interno dell'Hotel Corinthia. Questo potrebbe essere stato un segnale dei problemi in arrivo per la struttura milanese, che ha iniziato a mostrare evidenti segni di difficoltà.
Carlo Cracco e Dino Scaggiante
Excel Navigli chiude: le critiche allo stato dell'hotel e al costo della colazione
Nonostante alcune recensioni positive, le critiche riguardavano soprattutto lo stato dell'hotel e il costo della prima colazione. Anche se i prezzi dell'albergo non erano proibitivi, sembra che non abbiano impedito un giudizi negativi sulla struttura. Inoltre, i rumori provenienti dal dehors, spostati verso la parte abitata del quartiere a causa della ristrutturazione, hanno causato disagi tra i residenti locali, minando ulteriormente la reputazione della struttura.
La ristorazione, che avrebbe dovuto essere il punto forte grazie ai nomi di Carlo Cracco e Dino Scaggiante, non ha raggiunto il target di incassi sperato, risultando in una situazione finanziaria difficile per l'hotel e il ristorante. Questi fattori hanno portato alla dolorosa decisione di chiudere definitivamente le porte della struttura. È un peccato che il progetto non sia riuscito a sfruttare appieno il potenziale offerto dallo storico spazio del Ca' Bianca, che vantava ampi spazi, tra cui un giardino di duemila metri quadrati. Anche il team dello staff sembrava promettente, con Stefano Stoppani come food & beverage manager e Luca Pedata, già testato alla Segheria di Carlo Cracco, alle redini della cucina.