Lo scorso 22 maggio, il ministro della Salute irlandese, Stephen Donnelly, ha ufficialmente convertito in legge il regolamento che prevede l'etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie. Il nuovo decreto, che entrerà in vigore nel 2026, prevede che le etichette dei prodotti alcolici indichino il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e contengano avvertenze sul rischio di consumare alcol durante la gravidanza e sul rischio di malattie del fegato e tumori mortali dovuti al consumo di alcol: si tratta del primo caso in Europa e una vera e propria mannaia per gli esportatori della bevanda - per l'Italia sarà un danno (attuale) da circa 45 milioni di euro l'anno, cifra raggiunta nel 2022 con l'export nel Paese d'Oltremanica. Ma le cooperative agroalimentari non ci stanno e, di recente, hanno presentato un esposto alla Commissione Ue per denunciare la violazione da parte dell’Irlanda del diritto europeo, con particolare riferimento agli articoli 34 e 36 del del Trattato sul funzionamento dell'Unione.
Il ministro della Salute irlandese, Stephen Donnelly
Cooperative agroalimentari, Rigotti: «Non bisogna frammentare il mercato interno con regole discriminatorie»
«Abbiamo avuto modo di esprimere i nostri dubbi rispetto alla legittimità dell'iniziativa irlandese sugli health warnings, ora abbiamo formalizzato la nostra contrarietà con la presentazione di un esposto alla Commissione europea affinché possa fare chiarezza rispetto ad una posizione che riteniamo sproporzionata e incompatibile con il diritto europeo» ha dichiarato il coordinatore vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Luca Rigotti. Con questa iniziativa l'Irlanda ha di fatto introdotto in maniera unilaterale delle restrizioni e degli ostacoli al commercio, - ha detto Rigotti - un'azione che va a ledere e a mettere in discussione i principi del mercato unico. È necessario lavorare - ha aggiunto - per una maggiore armonizzazione della regolamentazione europea, senza frammentare il mercato interno con regole discriminatorie come quelle irlandesi, basate tra l'altro su un approccio ideologico, allarmistico e penalizzante per il vino, che non pone alcuna differenza tra abuso e consumo responsabile, l'unico che invece riteniamo corretto».
Rigotti poi conclude: «Ora la Commissione europea, che nel dicembre scorso aveva ritenuto di non precedere nei confronti della proposta di legge irlandese, dovrà esprimersi durante la prossima riunione, fissata per il 21 giugno, del Comitato Barriere Commerciali del Wto così come è assolutamente importante contrastare i fenomeni di eccessivo consumo di alcol, ma riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto solo mediante la condivisione di una politica di prevenzione che metta al centro un approccio basato sul consumo moderato, campagne di educazione e di adeguata e corretta informazione a favore dei consumatori».