Se Joanne Rowling fosse stata francese, oggi, avrebbe avuto difficoltà a scrivere il suo Harry Potter e la Pietra Filosofale al bar. Sulle vetrine dei Caffè di Parigi, ma anche di Bordeaux e di Rennes, stanno, infatti, comparendo cartelli con la scritta: “Pas d’ordinateur. Merci” (Niente computer, grazie). Il motivo? Lo smart working rovina l’atmosfera e, forse, anche il conto del bar, visto che spesso chi si siede per lavorare ordina solo un caffè e poco più, ma tiene occupato il tavolino per ore.
In Francia i bar si ribellano allo smaart working
Francia, case piccole e gli smart worker “occupano” i bar
Ma come si è arrivato a questo? Il problema nasce dal fatto che la maggior parte delle case a Parigi oggi sono minuscole (come sta succedendo d’altronde anche in altre città del mondo, pensiamo a Milano ad esempio), e di conseguenza lo smart working dei francesi si è traferito nei bar. Anche perché l’affitto per un ufficio a Parigi è caro e in più nei bar la connessione internet e l’elettricità sono gratis.
Smart working al bar: divieti e fasce orarie in Francia
Ma ora i baristi francesi dicono basta, chi in maniera più decisa (impedendo lo smart working per tutto il giorno) chi in più blanda dando delle fasce orarie. E la lotta ora è aperta. Da una parte i gestori, come quello del Partisan Cafè Artisanal nel Marais che riguardo ai computer spiega: «Quando ne ho visti un paio non mi sono preoccupato. Pochi giorni dopo ce n’era uno su ogni tavolo, e i tavoli sono venti. Non era questo che volevo, quando ho avviato la mia torrefazione e il mio locale». Dall’altro i clienti che si lamentano: «Ho aperto il computer e hanno cacciato».
La soluzione? Qualche locale, come dicevamo, ha esposto divieti parziali: no al pc nei fine settimana, in pausa pranzo e dopo le 19. Da Starbucks c’è la tariffa oraria, proprio come negli “anticafè” parigini inventati nel 2023 da Lenoid Goncharov dove si paga 6 auro all’ora e 26 per una giornata.