Mentre in Italia ci si domanda se il fermo diktat a ogni discorso legato alla carne coltivata sia o no positivo, la Francia ha deciso di seguire l’esempio italiano depositando al parlamento francese la proposta di legge «per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale», nell’interesse della salute umana, della salute degli animali e dell'ambiente. La Catalogna e Germania, invece, avviano una serie di investimenti volti alla ricerca sulla carne coltivata.
Sulla carne artificiale la Francia segue l’Italia e propone una legge
Carne artificiale, la proposta di legge della Francia
A dare l’annuncio la Coldiretti che spiega che l’iniziativa è di un gruppo di parlamentari dell’Assemblea Nationale francese, appartenenti al partito Les Républicains, che ha presentato una proposta di legge che segue di fatto quella appena approvata dal Parlamento italiano.
Formalmente, la proposta di legge transalpina si traduce in un emendamento al Codice rurale francese, che introduce in modo esplicito tale divieto di produzione, lavorazione e commercializzazione, solo per le carni prodotte in laboratorio. La proposta di legge è inoltre accompagnata da una relazione introduttiva che contestualizza la richiesta dei deputati, all’interno della quale si cita esplicitamente ad esempio la legge italiana.
Coldiretti, Italia apripista al no alla carne artificiale
«L’iniziativa del parlamento francese conferma il ruolo di apripista dell’Italia nelle politiche di tutela della salute dei cittadini» ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «la battaglia sulla carne sintetica si sposta ora in Europa. Non sarebbe d’altro canto la prima volta che facciamo da pionieri nell’Ue. Basti pensare che il nostro Paese, grazie peraltro al pressing avviato da una raccolta di firme della Coldiretti, è stato il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando tutta l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato».