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Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...

In Italia fermo diktat a ogni discorso legato alla carne coltivata, ma in Europa tante nazioni si muovono in senso opposto, con investimenti e ricerca. Al convegno “Coltivare la carne” si è parlato anche di questo. L'Italia è autosufficiente solo a livello di produzione di pollame, mentre per quanto riguarda i bovini noi importiamo quasi tutto dalla Francia. Di quale sovranità alimentare, quindi, stiamo parlando?

di Berto Silva
07 dicembre 2023 | 12:24
Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...
Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...

Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...

In Italia fermo diktat a ogni discorso legato alla carne coltivata, ma in Europa tante nazioni si muovono in senso opposto, con investimenti e ricerca. Al convegno “Coltivare la carne” si è parlato anche di questo. L'Italia è autosufficiente solo a livello di produzione di pollame, mentre per quanto riguarda i bovini noi importiamo quasi tutto dalla Francia. Di quale sovranità alimentare, quindi, stiamo parlando?

di Berto Silva
07 dicembre 2023 | 12:24
 

Carne coltivata in laboratorio Vs carne allevata, diatriba che rappresenta uno dei grandi dibattiti sul futuro alimentare in Italia. Puristi, conservatori, riformatori, associazioni di categoria e rappresentanti delle Istituzioni tutti - detrattori o sostenitori - si schierano dall’una o dall’altra parte.

Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...

Carne coltivata, in Italia il Governo non arretra

Un confronto che riguarda anche l’attualità politica, vista l’approvazione del divieto di produzione e commercializzazione da parte del governo italiano di carne coltivata, in vigore dal 1 dicembre di quest’anno. Il tema riprende a livello istituzionale con il convegno ‘Coltivare la carne’, organizzato per iniziativa dell’On. Alessandro Caramiello che alla Camera dei Deputati - presso la Sala Matteotti - ha dato voce ad esponenti del mondo scientifico, delle associazioni no-profit e delle start-up.

La carne coltivata può essere un'opportunità

A introdurre i lavori Cristina Del Tutto, con il primo intervento proprio del deputato Caramiello che ha sottolineato come in Aula è stato «... tra i più grandi oppositori del Governo sulla carne coltivata, perché sta vietando qualcosa che in Europa al momento non è ancora stato autorizzato, ma nel momento in cui l’Efsa dovesse dare il via libera il divieto dell’esecutivo andrebbe contro le norme comunitarie sul libero scambio. In più, ci precluderemmo una fetta del mercato che le aziende italiane potrebbero sfruttare per creare posti di lavoro e indotto economico.

Va detto che l’Italia è autosufficiente solo a livello di produzione di pollame, mentre per quanto riguarda i bovini noi importiamo quasi tutto dalla Francia. Di quale sovranità alimentare, quindi, stiamo parlando? Peraltro, parliamo di un nuovo alimento che potrebbe andare nella direzione di sfamare il Pianeta e di garantire transizione ecologica e rispetto degli animali, riducendo gli allevamenti intensivi». A seguire il deputato Andrea Quartini opporsi all’idea della carne coltivata con truffe semantiche è inaccettabile, rispetto alla questione ambientale «... penso al diritto sociale a sfamare il pianeta - perché alla base delle alterazioni climatiche uno dei punti critici sono gli allevamenti intensivi, i gas serra e i contaminanti ambientali cancerogeni».

Carne coltivata, quale futuro? Il no italiano non convince tutti...

La carne coltivata può contribuire a ridurre la fame nel mondo

A spiegare cos’è la carne coltivata a livello scientifico è stata Nike Schiavo, ricercatrice presso l’Università di Trento e presidente di Agricoltura Cellulare Italia. «Il tema è come è possibile sfamare 8 miliardi di persone - 10 nel 2050 - e la carne coltivata può essere una soluzione e può portare vantaggi dal punto di vista della sostenibilità e del risparmio di produzione di acqua, terreno, formazione di particolato. Va incentivata l’agricoltura cellulare, che coltiva appunto cellule, nutrite con liquido di coltura e poi messe in un ambiente detto fermentatore affinché possano crescere». Cesare Gargioli professore associato di Biologia applicata all’Università di Tor Vergata ha evidenziato che «l’idea della carne coltivata nasce da molto lontano, già nel 1930 Winston Churchill ipotizzò l’idea di generare polli fatti solo di petto e ali per evitare l’assurdità di crescere un animale intero per poi mangiare solo una parte di questo».

Carne coltivata: Italia al palo, l'Europa si muove

A seguire l’intervento di Francesca Gallelli, consulente relazioni istituzionali Good Food Institute Europe, organizzazione non governativa internazionale che lavora al fianco di scienziati, imprese, decisori politici e che promuove un sistema alimentare più sostenibile tramite la trasformazione e diversificazione della produzione della carne, coltivata e vegetale.

In tal senso ha mostrato gli investimenti in Europa: «In Olanda 60 milioni destinati ad accelerare la ricerca e la commercializzazione delle carni fermentate; in Spagna 7 milioni per il Center for Innovation in Alternative Proteins; in Danimarca 91 milioni nelle proteine vegetali e national plan; in Germania 38 milioni per le proteine alternative». Per Stefano Lattanzi, Ceo Bruno Cell azienda del settore, «la sfida è tecnologica e regolatoria, la carne colturale è ancora agli albori pur essendo una innovazione dirompente. C’è ancora tanta tecnologia da produrre».

Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali di Essere Animali che racconta cosa accade all’interno degli allevamenti e dei macelli, chiarisce che «c’è molta retorica contro la carne coltivata. Il Made in Italy non è solo zootecnia e la carne coltivata non è cibo artificiale. Gli allevamenti intesivi rappresentano la quasi totalità, non garantiscono il pascolo e il benessere animale». 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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