Non solamente buona (e purtroppo anche contraffatta), ma a quanto pare anche sostenibile da un punto di vista ambientale. Secondo una ricerca, pubblicata sulla rivista “Advances in Environmental and Engineering Research”, per ogni chilogrammo di Mozzarella di bufala campana prodotto vengono sottratti ben 52 chilogrammi di anidride carbonica dall'atmosfera. Lo studio si basa sul metodo di calcolo della "Carbon Footprint" integrato con l'assorbimento fisiologico di anidride carbonica.
Mozzarella di bufala: buona e pure green
Analizzando l'intero ciclo produttivo, tutte le fasi di filiera che partono dal campo sino ad arrivare alla tavola, gli studiosi hanno concluso che non solo la filiera stessa è in equilibrio tra input e output, ma addirittura favorisce un saldo negativo, sottraendo una quantità maggiore di gas (responsabili dell'effetto serra) dall'atmosfera di quanto ne vengano emessi.
La Mozzarella di bufala è sostenibile. E le aziende produttrici sono green
Il professor Luigi Zicarelli, tra gli autori della ricerca, a proposito commenta: «Contrariamente a quanto si afferma sui ruminanti accusati di inquinare, dai nostri studi emerge l'esatto contrario. Speriamo che questi dati possano chiarire tante fake news che continuano a circolare».
Inoltre, sull'aspetto della sostenibilità, i dati raccolti dall'Osservatorio economico sulla filiera curato da Nomisma mostrano che il 53,4% delle aziende socie del Consorzio di tutela ha realizzato investimenti ambientali negli ultimi tre anni. Questi investimenti includono pannelli fotovoltaici (50%), impianti di biogas (circa il 20%), e l'adozione di packaging compostabile (oltre il 10%). Questi numeri positivi si inseriscono in una filiera che conta 80 soci, 1300 allevamenti e un fatturato di 750 milioni di euro.
Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop
Domenico Raimondo, presidente del Consorzio (tra l'altro recentemente rieletto), dichiara: «Il tema della sostenibilità è prioritario per i nostri soci. Continueremo a incentivare la filiera a proseguire su questa strada, sviluppando progetti di collaborazione con le principali università italiane. Stiamo esplorando le infinite potenzialità del latte di bufala, anche rispetto alla salute umana. Questo animale non finisce mai di stupirci, e puntiamo molto sui risvolti nutraceutici del suo latte».