In un ristorante di Formia, in provincia di Latina, una coppia di clienti dopo un pranzo ha finto un malore pur di non saldare il proprio conto. Era accaduta una cosa simile solo poche settimane fa in Spagna, dove un uomo era stato arrestato dopo esser stato beccato dai proprietari dell'ultimo locale (di circa 20 totali) in cui aveva messo in piedi un'analoga sceneggiata. Anche a Formia i due furbetti non l'hanno passata liscia: un uomo di 44 anni e una donna di 42 anni, sono stati individuati e denunciati dai carabinieri della stazione di Formia per insolvenza fraudolenta commessa in concorso tra loro.
Fingono malori per non pagare al ristorante, denunciati
Finto malore per non pagare il conto: non era la prima volta
Il fatto risale alla fine di settembre: il 30 del mese i due avevano finto di accusare dei dolori riuscendo a lasciare il locale lasciando il proprio conto in sospeso. La coppia però non è mai tornata per saldare la cena, e a questo punto il ristoratore ha deciso di agire per vie legali, denunciando gli insolventi di turno. Le indagini che hanno fatto seguito al tutto per fortuna sono servite ad accertare che i malesseri segnalati dai due non erano veritieri, e che non era nemmeno la prima volta che coppia utilizzava lo stesso stratagemma.
Proprio come l'uomo fermato in Spagna. Dopo una seconda parte d'estate passata a denunciare casi di clienti "fuggiaschi" dai ristoranti, speriamo ora di non trovarci di fronte a un'altra stupida quanto maleducata moda capace di incrinare i rapporti (di fiducia, soprattutto, messi a dura prova già la scorsa estate) tra ristoratori e clienti. A maggior ragione di fronte a situazioni in cui effettivi malesseri ci sono stati, e purtroppo anche dei decessi.
Cosa rischia la coppia che ha finto il malore pur di non pagare: insolvenza fraudolenta
«Il reato ipotizzato – specifica il team di A Cena con Diritto, formato da esperti e appassionati di diritto della ristorazione – è quello di insolvenza fraudolenta, punito con il carcere fino a 2 anni oppure con la multa fino a euro 516, essendo il proposito iniziale degli autori, con la simulazione di una patologia, preordinato a tacere o dissimulare le proprie intenzioni di non pagare, rivelandosi così insolventi rispetto all’obbligazione contratta con il ristoratore».