In merito alle etichettature allarmistiche sulle bottiglie di vino, il ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio Ue Agricoltura e dopo un incontro avuto con l'omologo irlandese Charlie McConalogue, ha fatto il punto della situazione, rivelando come Italia, Spagna e Francia siano pronte a sottoscrivere un documento comune da presentare ai vertici dell'Unione Europea: «Abbiamo avuto modo di spiegare le nostre ragioni su quello che deve essere un sistema di informazione corretto che spieghi che gli eccessi di alcol, come gli eccessi di qualsiasi altra cosa, portano danni ma che non devono diventare uno stigma per alcuni prodotti che assunti in maniera moderata possono invece essere fattori di benessere, per noi il vino è proprio questo» ha detto l'onorevole italiano all'ANSA.
Il ministro Francesco Lollobrigida
«Ho parlato con i ministri di Spagna e Francia, abbiamo predisposto un documento comune che verrà sottoscritto anche da altre nazioni coinvolte direttamente. Ne ho parlato con il collega greco, con quello portoghese, per avere una posizione comune che sia tesa a informare correttamente ma non a danneggiare prodotti riducendoli a un solo aspetto. Per noi italiani il vino è importante dal punto di vista del mercato e non lo nascondiamo - ha raccontato Lollobrigida. Ma spesso tutto si riduce alla difesa di un mercato e io credo l'Europa debba fare un salto di qualità, cioè essere sempre più capace di rispettare culture e tradizioni spesso legate all'enogastronomia guardando ai prodotti nella loro accezione più ampia».
Le dichiarazioni dei ministri di Spagna e Francia
Successivamente sono arrivati anche i commenti dei due paesi alleati dello Stivale, Spagna e Francia, rispettivamente con i due ministri Luis Planas e Marc Fesneau: «Dobbiamo preservare il mercato unico e questo vuol dire avere un approccio comune - ha detto l'iberico. Abbiamo rispetto delle competenza degli Stati membri in materia di salute però qui stiamo regolamentando un prodotto alimentare riconosciuto dal Trattato di funzionamento dell'Ue, abbiamo chiesto alla Commissione di pronunciarsi su questo tema, so che c'è un gruppo di Stati membri che pensa a un ricorso al Wto, ma questo è un problema che dobbiamo risolvere in famiglia, all'interno dell'Ue e ogni approccio unilaterale sinceramente non mi sembra adatto».
Il ministro dell'Agricoltura, Luis Planas
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E quello francese Marc Fesneau
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Per il collega transalpino Fesneau «ci sono già delle campagne di sensibilizzazione sul consumo moderato di alcolici in corso in tutti i Paesi, l'idea di aggiungere altro non ci sembra equilibrata e su questo siamo in disaccordo con gli amici irlandesi. Poi vedremo il dibattito, ma sul tema la Francia è sulla posizione già espressa dal mio collega spagnolo e italiano", ha concluso Fesneau lasciando il consiglio dell'Ue a Bruxelles.
La soddisfazione della Coldiretti per l'alleanza
«È importante e significativa l’alleanza tra Italia, Francia e Spagna che rappresentano insieme quasi una bottiglia su due (47%) prodotte nel mondo”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel commentare positivamente l’iniziativa del Ministro delle Politiche Agricole, Lollobrigida, per un documento comune dei maggiori Paesi produttori per fermare le etichette ingiustamente allarmistiche sul vino che non tengono conto delle quantità consumate, dopo il via libera della Ue all’Irlanda.
Per l'associazione, infatti, si tratta di un pericoloso precedente che rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera con l’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato in un settore che dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro. L’ autorizzazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 A.C. Si tratta di difendere un settore del Made in Italy che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.
«È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol» afferma Prandini nel sottolineare che «il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate».