Cavarsela per il rotto della cuffia. È proprio il caso di dirlo. La neve è finalmente arrivata (e anche copiosa) e, soprattutto sugli Appennini, non sono mai stati così felici di… “andare in bianco”. Così quello che solitamente viene definito “maltempo” ha risolto i problemi (almeno quelli immediati) di tutti coloro che ruotano intorno alla montagna (comprensori, maestri di sci, albergatoti, ristoratori ecc…) in particolare al Centro Italia. Problemi solo apparenti, dicevamo, perché, chiariamolo subito se la partenza degli impianti sugli Appennini e nel Centro Italia, grazie alle nevicate di questi ultimi giorni, ha salvato la stagione iniziata a secco, purtroppo il settore dell’ospitalità farà fatica a rientrare delle perdite subite durante le festività di Natale e Capodanno che si aggirano intorno al 30% del fatturato, in alcuni casi anche al 50%. Il monito al Governo è chiaro: i mesi senza neve in alcune zone d’Italia hanno compromesso la stagione. Perciò si confida nella ministra del Turismo, Daniela Santanché, e nei ristori agli operatori della montagna. Ma per cominciare guardiamo il “bicchiere mezzo pieno” e vediamo come è la situazione in giro per le stazioni sciistiche italiane, soprattutto al Centro Sud, dopo l’arrivo di queste abbondanti nevicate.
Finalmente si scia anche al Centro Sud
Alpi e Dolomiti: si entra nel vivo di una stagione iniziata già bene
Partiamo dalle Alpi dove, a dire il vero, la situazione era già ottima. Qui gli assessori delle regioni alpine italiane, con delega agli impianti di risalita, parlavano di condizioni ottimali per lo sci già a Natale e Capodanno. Ora «le nevicate degli ultimi giorni hanno contribuito a dare uno slancio ancora più marcato alla stagione invernale sulle Dolomiti, dopo un primo bilancio già positivo a ridosso delle festività natalizie», spiega, infatti, al Corriere delle Alpi, Marco Grigoletto, presidente regionale degli impiantisti Anef, oltre che direttore marketing ad Arabba.
Marco Grigoletto
Cannoni fermi, piste perfette fino a marzo
Nevicate che hanno anche fermato i cannoni (con conseguente grande risparmio energetico e di acqua) tanto che, si stimano, visto anche le basse temperature, piste perfette fino a marzo (così come le prenotazioni).
Ma, prima della primavera, ora si guarda all’alta stagione delle settimane bianche che sta per iniziare ufficialmente e con il botto: «Mai vista così tanta gente - ammette Lucia Farenzena, che gestisce una fetta consistente di ricettività extralberghiera e presiede il Consorzio turistico Marmolada - Mai ricevute così numerose prenotazione, anche dall’estero. Abbiamo tutto prenotato sino a marzo compreso».
Tutto pieno sulla Marmolada
Boom di sciatori nonostante i rincari
Boom degli sciatori stranieri, dunque, in particolare ungheresi e romeni, che si aggiungono ai polacchi che già sceglievano le Dolomiti, agli austriaci, svizzeri e tedeschi. E c’è persino qualche russo.
E tutto questo nonostante gli (inevitabili) rincari che sono fioccati sugli sciatori. Calcolatrice alla mano, secondo Federconsumatori, infatti, una famiglia di 4 persone (2 adulti e 2 ragazzi) per una settimana bianca 7 di giorni e 6 notti, in una delle località sciistiche più note in Italia, spenderà mediamente ben 6.381,98 euro, l’ll% in più rispetto alla stagione precedente. La regione più costosa per la settimana bianca? Il Veneto con un costo nel 2023 di 1.812,08 euro a persona.
A pesare di più sono:
In ogni caso a sciare non si rinuncia (a maggior ragione dopo gli anni di stop del Covid) e così, ad esempio, gli italiani riducono la durata del proprio soggiorno a 3-4 giorni, magari cercando ospitalità presso amici e parenti, oppure optando per b&b, ostelli e soluzioni di permutamento più economiche.
Sulla questione prezzi, però, Grigoletto precisa: «L’aumento degli impianti non è del 15 ma semmai del 10%». Rincari che per altro come sottolinea Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti, sono più che giustificabili: «E da due anni che gli albergatori ci stanno rimettendo. Per sopravvivere siamo stati costretti ad aumenti intorno al 10%. Dovevamo lavorare per il terzo anno di nuovo in perdita, magari chiedono i risarcimenti agli italiani?».
In ogni caso, come dicevamo, tutti qui guardano con grande ottimismo la vera stagione delle settimane bianche che sta per iniziare
Appennini e Centro sud: salvati dalla neve
Spostiamoci al Centro Sud e sugli Appennini. Come dicevamo qui la situazione a Natale e Capodanno era critica. Il consiglio comunale di Abetone Cutigliano, nella montagna pistoiese, l’aveva definita «la crisi peggiore, simile a una calamità naturale». Tradotto in numeri, la mancanza di neve, che ha, di fatto, cancellato l’intero mese di dicembre e metà di quello di gennaio, ha segnato, per la maggior parte delle stazioni sciistiche appenniniche, una perdita secca di almeno il 30% del fatturato, che ha coinvolto a valanga albergatori, ristoratori e il commercio di prossimità.
Rolando Galli Fonte: Prima Pistoia:
Ma poi la neve, come manna dal cielo, è arrivata e i comprensori sciistici sono stati presi d’assalto. «Finalmente, dopo tanto penare - afferma Rolando Galli, presidente di Abetone Funivie (Saf) - la neve è arrivata e anche in maniera cospicua. Chiaramente ci ha riempito il cuore di gioia e ci ha messo a dura prova per approntare tutto il comprensorio in tempi brevissimi».
Comprensori presi d’assalto in tutte le regioni
Felici gli impiantisti, felici gli sciatori. «C'è tanta voglia di sciare - afferma, infatti, Francesco Cangiotti, amministratore delegato di Bolognola-Ski, che gestisce anche le piste delle Saliere e di Frontignano 360 - Se il flusso continua a essere quello di questi giorni riusciremo a recuperare qualcosa in termini di business e ad andare avanti almeno fino a metà marzo».
Piste tutte aperte in Abruzzo. Nella foto: Campo Imperatore
Stessa situazione in Abruzzo: «Nell'ultimo week-end, sui 248 chilometri di piste nei 18 comprensori sciistici dell'Abruzzo sono stati presi d'assalto, principalmente da turisti di prossimità – dice Daniele D'Amario, assessore regionale al Turismo e alle Attività produttive - Con le spolverate di dicembre gli operatori erano riusciti a contenere le disdette durante le festività natalizie, ma subito dopo sono arrivate in numero significativo. Una mazzata per imprenditori e lavoratori della montagna».
Grazie a questa nevicata (la prima della stagione) è stata anche collaudata la sciovia di Colle del Caprio, a Campitello Matese, una delle stazioni più frequentate dalla clientela del Lazio e della Campania: «Finalmente c'è tanta neve e i 40 chilometri delle nostre piste sono completamente usufruibili – spiega Giovanna Capone, amministratrice di Matese Sky, la società che gestisce gli impianti».
Salva anche la stagione nel Consorzio del Cimone. Consorzio che ha speso (a vuoto) 5 milioni per la produzione di neve artificiale, ma ora «finalmente è arrivato l’inverno, la neve smentisce tutti quelli che dicevano che l’Appennino si sarebbe dovuto abituare all’idea di temperature mai sotto lo zero e senza un centimetro di neve», spiega il presidente del Consorzio, Luciano Magnani - Ora siamo a -9, gli impianti sono tutti aperti, c'è la neve naturale. L’obiettivo adesso è andare avanti almeno fino a Pasqua».
Serve comunque il sostegno del Governo
Felici, dunque, ma c’è un ma, come continua Magnani: «Tutto questo non salva la stagione. Abbiamo perso tra il 40% e il 50% del fatturato. Ogni biglietto che vendiamo rende all'indotto sei volte il suo costo».
Luciano Magnani
Perdite diffuse, sebbene la boccata d’ossigeno ricevuta (Confcommercio parla prenotazioni diffuse per strutture alberghiere, esercizi della ristorazione, scuole di sci ed ogni altra componente della filiera, dall’alta montagna fino a valle), che rimarcano l’attenzione del Governo. Le richieste del settore alla ministra del Turismo, Daniela Santanché, sono chiare:
- prorogare di un anno la sospensione delle rate dei mutui
- destinare i fondi non utilizzati dalle Regioni per l’emergenza Covid per le aziende della montagna.
Perché se una “rondine non fa primavera”, una nevicata non salva una stagione intera… e il futuro.