No e ancora no alla farina di grilli. La decisione dell’Unione Europea di rendere libero il commercio di prodotti alimentari a base di “Acheta Domesticus”, cioè fatti con polvere di grillo domestico, sta provocando molte reazioni negative nel mondo del food italiano.
ITA0039 – Italian Taste, il protocollo di certificazione che traccia l’originalità dei prodotti italiani nei ristoranti nel mondo, esprime profonda contrarietà all’introduzione di farine di insetti in Europa ed in Italia, in un momento in cui si sta lavorando con determinazione e fatica alla difesa della cucina made in Italy e della dieta mediterranea.
Farina di grillo
«Per la dieta mediterranea non solo è aberrante l'idea della farina di insetto ma, fatto ancor più grave è che al momento non sono noti gli effetti sul corpo umano di questo tipo di alimenti». Lo afferma Fabrizio Capaccioli, amministratore delegato di ASACERT e ideatore di ITA0039, che aggiunge: «L’Unione Europea dovrebbe concentrarsi maggiormente nella difesa dei prodotti delle nostre filiere agroalimentari che sono a rischio contraffazione ed estinzione nei nostri stessi Paesi e nel mondo, piuttosto che aprire all’invasione orientale di cibi lontanissimi dalle nostre sane tradizioni».
Quale sicurezza?
A preoccupare è anche la sicurezza alimentare delle farine di insetto. «Mi sono scagliato più volte contro le farine di insetti. Si può anche sperimentarle le farine ma occorre partire da un concetto: gli italiani vivono più a lungo dei cinesi perché non mangiano soia e non mangiano insetti, i quali procurano una reattività allergica molto particolare. Contengono proteine iperattive che inducono a molte allergie», incalza il dottor Giorgio Calabrese, esperto di alimentazione e difensore della dieta mediterranea.
«Nel food noi non abbiamo bisogno della farina di insetti o di locuste o di grilli»
«Nel food noi non abbiamo bisogno della farina di insetti o di locuste o di grilli. Noi abbiamo bisogno di continuare il nostro percorso con cibi che sono sicuri soprattutto nella parte iniziale perché vengono coltivati o allevati in modo sicuro, e quindi il concetto di introdurre le farine serve solo ai paesi dell’oriente per invadere l’occidente e qualcuno ci guadagnerà», conclude Calabrese.