Caro bollette e inflazione, la combo vincente che, dopo il Covid, potrebbe uccidere molte imprese del settore dell’ospitalità e del turismo. In particolare, l’inflazione rischia di sconvolgere pesantemente anche il mercato degli affitti. Come riporta il Corriere della Sera, l’ultimo dato dell’indice Foi di luglio 2022, che misura l’aumento annuo del costo della vita per le famiglie di operai e impiegati ed è usato per aggiornare le locazioni, ha toccato il livello record di +7,8% rispetto a luglio 2021. E naturalmente non sarà rosea la situazione per negozi e ristoranti. Vediamo cosa cambia e quali sono le opzioni.
Tutti uguale per i contratti con cedolare secca
La buona notizia è per i contratti di locazione residenziali e per i (pochi) contratti a esercizi commerciali che prevedono la cedolare secca perché per loro rimane tutto invariato. Il proprietario, invece, rinuncia all’adeguamento dell’inflazione.
Contratti a canone libero: +7,8%
Aumenti, invece, per i contratti residenziali a canone libero per cui si è scelto il regime ordinario Irpef e per i (pochi) contratti non residenziali che prevedono, nel rispetto delle norme vigenti, il recupero del 100% della variazione dell’indica Foi (ad esempio con la scalettatura iniziale. L’aumento sarà del +7,8% qualora il contratto preveda l’indicizzazione al mese di luglio. Per i canoni che prevedano il calcolo sul mese di agosto varrà la prossima variazione, che sarà comunicata il 18 settembre e così via.
Contratti a canone concordato: +5,85%
Per i contratti residenziali a canone concordato per cui si è scelto il regime ordinario Irpef e per i contratti non residenziali diversi da quelli indicati sopra l’aggiornamento del canone va fatto al 75% della variazione del Foi, quindi in questo caso al 5,85%.