Agli italiani non piace più il pane? A insinuare il dubbio è una ricerca realizzata da Everli, marketplace della spesa online, che spiega come, con sempre più frequenza, si cerchino alternative. Il motivo è soprattutto legato alla salute: cracker, gallette, grissini sono ritenuti più salutari. Ma è davvero così? Insomma...
Il 30% degli italiani sceglie alternative al pane
La quasi la totalità degli italiani (98%) ha consumato almeno una volta prodotti alternativi rispetto al pane. Sono soprattutto le donne (74%) e gli under 40 (65%) a preferirli, in particolare quando si parla di gallette (38,6%) e cracker (33,7%). Tra i prodotti maggiormente consumati, al primo posto quelli con cereali misti (25,7%), seguiti a pari merito dai sostituti del pane realizzati con farina integrale, segale o riso (21,8%).
Tre italiani su dieci consumano quotidianamente le alternative del pane e circa la metà (45,5%) li porta in tavola tra le 3 e le 4 volte a settimana. Piacciono come aperitivo, ma anche come carboidrati durante i pasti o come accompagnamento alla schiscetta da portare in ufficio.
Cracker, gallette e grissini sono davvero più salutari?
L’indagine mostra che il 31% degli abitanti del Belpaese ha eliminato il pane dalla propria dieta, in favore dei suoi sostituti, eppure «rimane un’ottima scelta nutrizionale, se fatto con farina di grano duro integrale e biologico, acqua, sale e pasta madre», spiega la nutrizionista Manuela Nobile, coinvolta da Everli nella ricerca.
A rendere le alternative del pane così irrinunciabili è principalmente il loro essere facilmente digeribili (34,7%) e salutari (19,8%), ma anche la soluzione prediletta da chi segue una dieta dimagrante (21,8%). Ma è davvero così? Come spiega la dottoressa Nobile, «molti di questi prodotti sono arricchiti di zuccheri, sciroppo di glucosio o fruttosio, grasso vegetale e olio di palma. È necessario sfatare il mito che i cibi dichiarati ‘light’ aiutino a dimagrire o siano più salutari. Spesso prodotti che riportano diciture come ‘a basso contenuto di grassi’ sono in realtà particolarmente ricchi di zuccheri o dolcificanti, che hanno conseguenze peggiori a livello gastrointestinale».