Il termometro segnava 36 gradi, ma loro erano comunque al lavoro in vigna. Così, durante un controllo, l'Ispettorato del lavoro ha deciso di comminare una sanzione superiore ai 7mila euro. È accaduto a Montalcino, in provincia di Siena. A farne le spese il titolare di un'azienda agricola.
In vigna con 36 gradi: multata un'azienda agricola
Erano sei gli operai al lavoro sotto il sole cocente al momento del controllo a sorpresa effettuato dall'Ispettorato del lavoro senese. Gli ispettori, si legge in una nota, «hanno disposto l'immediata interruzione dei lavori e il rientro in sede degli operai, ed hanno contestato all'azienda la inadeguata valutazione del rischio specifico».
La sanzione, come detto, è superiore ai 7mila euro e i controlli rientrano nell'ambito di un indicazione fornita ai singoli ispettorati dalla Direzione centrale, che ha invitato gli uffici territoriali a dedicare particolare attenzione, sotto il profilo ispettivo, alla prevenzione dei rischi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori determinati dall'aumento di intensità e durata delle ondate di calore.
Con il caldo c'è... la cassa integrazione
La notizia della sanzione ha preceduto di poche ore la nota congiunta diramata da Inps e Inail che chiarisce le linee guida per prevenire le patologia da stress termico tenuto conto che I fenomeni climatici estremi sono in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.
«Le imprese - si legge nella nota dei due enti - potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cassa integrazione ordinaria (Cigo) quando il termometro supera i 35 gradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite”».
Tra i mestieri a rischio l’Inps indica: i lavori di stesura del manto stradale, quelli di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto con indumenti di protezione.