L'allarme siccità si fa ogni giorno sempre più pressante mentre le Regioni, in particolare quelle del Nord d'Italia, sono pronte a decretare lo stato di calamità il Governo sta pensando a un decreto ad hoc atteso per fine del mese all'interno del quale dovrebbero finire le prime misure necessarie a razionalizzare l'acqua riducendone gli sprechi. Priorità ai bisogni primari, con il probabile divieto di utilizzare l'acqua per riempire le piscine. Sul tavolo anche l'ipotesi di ridurre l'erogazione nelle ore notturne. Nel frattempo gli agricoltori, tramite Coldiretti, chiedono al più presto di creare una rete di invasi. Secondo le stime dell'associazione ogni anno in Italia si perde l'89% di acqua piovana.
Allarme siccità: gli agricoltori chiedono interventi urgenti
Allarme siccità. Il Governo sta pensando a un decreto ad hoc e al momento ci sono varie ipotesi sul tavolo per aiutare i settori e le Regioni, in particolare quelle del Nord d'Italia, che sono maggiormente in difficoltà e dopo 70 anni anche la Pianura Padana rientra in questi territori.
C'è pure il caso dei grandi fiumi come il Po non hanno la portata che hanno avuto finora e che ora stanno subendo la risalita del mare. «In questo momento quei terreni rischiano di diventare inutilizzabili perché, avanzando il mare, viene ad impattare anche sull’acqua dolce - ha spiegato il sottosegretario alle Politiche agricole Gianmarco Centinaio - Al momento, se non pioverà al più presto, nella zona Vercelli, Novara, Pavia, si rischia di perdere più del 30% di produzione di riso».
A chiedere un intervento tempestivo del Governo c'è anche Coldiretti. «Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione», ha scritto l'associaizone in un comunicato. Coldiretti fa riferimento a un progetto proposto insieme ad Anbi per fare fronte all’emergenza siccità.
L'appello: «Serve un grande piano nazionale per gli invasi»
Il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini ha rivolto un accorato appello al Governo: «Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo», ha dichiarato. Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi chiede «che, a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico».
«Le alte temperature rendono più difficile la situazione nei campi – sottolinea la Coldiretti – dove manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni in buona parte del Paese, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Una situazione che ha cambiato anche le scelte di coltivazione sul territorio con – continua la Coldiretti – un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso che ha più bisogno di acqua a favore della soia».
Preoccupa la riduzione delle spese di produzione
A preoccupare per Coldiretti è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa. «Ad essere colpito dalla siccità è l’intero territorio nazionale ma particolarmente grave è la situazione nella Pianura Padana dove per la mancanza di acqua – precisa Coldiretti – È minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio è ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003».