A lanciare l'allarme è questa volta Federalimentare, durante la sua assemblea generale svoltasi a Cibus: il boom dei costi e le conseguenze della guerra in Ucraina rischiano di mettere in ginocchio l'uindustria alimentare. Questo nonostante il settore abbia fino a oggi retto in qualche modo l'urto e abbia sempre «fatto il possibile per garantire il cibo sulle tavole degli italiani, non prestando il fianco a inutili allarmismi ma anzi lavorando sodo per tranquillizzare tutti i consumatori, già preoccupati per la situazione sanitaria», come sottolineato dal presidente uscente Ivano Vacondio.
L'industria alimentare tra rincari e guerra
Il quadro tracciato ieri da Federalimentare è di quelli noti: le imprese, dopo due anni di pandemia, del settore alimentare hanno poi dovuto far fronte a rincari esponenziali dell'energia, delle materie prime (+50% del grano duro e +80% del tenero, +90% del mais), degli imballaggi (+30% vetro, +60% barattoli di banda stagnata, +70% plastica, +45% cartone), trasporti di gomma (+25%) e container e noli marittimi (tra il +400% e il +1.000%).
A questo si aggiunge un'inflazione che in Italia ad aprile si è attesta al 6,2% e in generale ha toccato livelli che non si vedevano dal 1991, e la generale situazione di instabilità che si registra a livello mondiale a causa del conflitto tra Russia e Ucraina.
Grazie all'export il settore tiene botta
Il contesto rende difficile soprattutto la pianificazione, con i prezzi che oscillano continuamente e i mercati che si dimostrano giorno dopo giorno sempre più inaffidabili. Nonostante tutto ciò, l'industria alimentare italiana sta in qualche modo tenendo botta. Il settore ha infatti chiuso il 2021 con un fatturato di 155 miliardi di euro. Di questi 40 provengono da esportazioni (50 se si considera anche l'agroalimentare).
Proprio l'export ha avuto un ruolo importante nella tenuta del settore. Esempio sono gli Stati Uniti: nel 2021 la quota di esportazioni verso gli Usa è cresciuta del 14%.
La ricetta di Vacondio
Vecondio dopo quattro anni giunge alla fine del suo mandato alla guida di Federalimentare. Ha però voluto tracciare un solco che potrà essere utile al suo successore. «È importante iniziare a pensare a un nuovo modello di diplomazia alimentare da perseguire con un duplice obiettivo: nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni - ha sottolineato il presidente - Un obiettivo ambizioso che solo l’Europa unita può risolvere».
Ivano Vacondio
«Vi sembra il momento di nuove tasse?»
Vecondio ha poi stretto la lente d'ingrandimento sulla situazione italiana. «Dopo anni, il Nutriscore non ha vinto e non si trova neanche in splendida forma - ha evidenziato - Quando ho iniziato il mio mandato sembrava destinato a diventare il prescelto dalla maggioranza dei Paesi europei e invece oggi è indebolito dal lavoro che la nostra federazione, insieme a tutta la filiera e alle istituzioni italiane, ha portato avanti, presentando un sistema alternativo, il NutrInform battery, scongiurando il rischio di compromessi al ribasso. La battaglia non è ancora conclusa, resta da fare l’ultimo tratto che deve condurre all’obiettivo della totale eliminazione della plastic tax e di una nuova tassa sulle sigarette. Immaginatela sommata al costo dell’energia e delle materie prime! Ma vi sembra il momento di nuove tasse?».