«Da una parte l'introduzione del Reddito di cittadinanza e dall'altra le nostre famiglie, da sempre molto premurose nei confronti dei nostri figli, hanno finito per creare un fenomeno di disaffezione o di disinteresse nei confronti del lavoro, molto forte tra i nostri giovani. Me ne accorgo tutti i giorni quando metto gli annunci a cui nessuno risponde. Quest'anno per trovare personale stagionale dovrò rivolgermi alle agenzie interinali straniere». Così Maurizio Pasca, presidente nazionale di Silb-Fipe, l'Associazione italiana imprese di intrattenimento, titolare del famoso locale di ristorazione e intrattenimento “Le Quattro Colonne”, a Gallipoli, nel Salento. Abbiamo deciso di intervistarlo per chiedere il suo parere sulla crisi che da qualche tempo sta investendo il settore della ristorazione e dell'accoglienza, legata alla mancanza di personale e al fatto che molti giovani stanno abbandonando il settore.
Maurizio Pasca
«C'è troppa disaffezione al lavoro tra i nostri giovani»
Maurizio Pasca ha spiegato che da quando il suo locale ha riaperto dopo il lungo periodo di chiusura legato all'emergenza il lavoro è tornato di fatto al periodo preCovid, ma ora si fa molta più fatica a trovare il personale.
Che figure vi mancano?
A parte i Dj, che fanno parte del personale artistico e che vivono il lavoro come una vocazione ci manca di tutto; dai guardarobieri ai manutentori, dai baristi ai camerieri. Personalmente non riesco nemmeno a trovare il pizzaiolo. Per i camerieri sono anche andato a proporre alcuni stage nelle scuole alberghiere, ma mi hanno risposto di no, sebbene fossero retribuiti. Eppure io mi sono sempre divertito a fare questo mestiere. Tra l'altro nel nostro settore si lavora soltanto alcune sere la settimana e i camerieri arrivano a guadagnare anche dai 120 ai 130 euro al giorno, molto di più di quello che riuscirebbero a fare con un servizio diurno in un locale. Eppure facciamo lo stesso fatica a reperire personale.
Quali sono le cause di questi rifiuti?
A mio parere molteplici. Ma le principali sono essenzialmente due. La prima è l'introduzione del Reddito di cittadinanza perché spinge molte persone, specialmente i giovani a prendere il sussidio e poi a cercare lavoro in nero. Noi ovviamente ci siamo sempre rifiutati di assecondare richieste di questo genere, ma lo Stato dovrebbe fare sicuramente più controlli. Pochi giorni fa ho sentito che hanno scoperto decine di persone che lo percepivano impropriamente e questo non va bene. L'altro aspetto è invece legato al fatto che, a differenza di quanto avviene all'estero, i nostri giovani sono eccessivamente tutelati dalle famiglie. Fuori dall'Italia a 18 anni di fatto di cacciano fuori di casa e ti invitano ad arrangiarti, qui da noi, invece, è diverso.
Come sta vivendo il settore questa crisi dell'occupazione?
Male, di fatto abbiamo il 50% di lavoratori in meno. Prima della pandemia c'erano 3mila aziende e vi lavoravano 100mila persone. Adesso molte attività hanno chiuso per sempre a causa della pandemia, altre invece, circa il 30%, apriranno soltanto durante l'estate.
Come se ne esce da questa situazione?
Da parte nostra l'unica soluzione che possiamo adottare è quella di rivolgersi alle agenzie interinali straniere. Del resto non faccio altro che pubblicare inserzioni in Italia a cui nessuno risponde, mentre soltanto tre ani fa avremmo ricevuto migliaia di offerte di lavoro. Per cui ci affideremo agli stagionali provenienti prevalentemente dall'Europa dell'Est, come i rumeni o i bulgari. Già in passato abbiamo avuto a che fare con loro e sono tutti grandi lavoratori. Da parte nostra garantiremo loro anche il vitto e l'alloggio ed è chiaro quindi che rispetto al personale italiano ci costeranno molto di più, ma altrimenti non riusciremmo a portare avanti l'attività.
Lo Stato invece cosa può fare per aiutarvi?
Cambiare le regole di assegnazione del Reddito di cittadinanza. Non si può dare la possibilità a chi lo percepisce di rifiutare un lavoro e fare maggiori controlli per verificare che non ci siano persone che ricevono il sussidio e nel frattempo stanno lavorando in nero.
Altri approfondimenti sul tema
- Mancanza di personale nella ristorazione: per guadagnare si sacrificano gli stipendi dei camerieri?
- Camerieri, cuochi, stipendio e gavetta. E se Alessandro Borghese avesse ragione?
- I giovani e la ristorazione: mal pagati e poco valorizzati. Ecco le soluzioni per riavvicinarli
- Non si trova personale da assumere? Ecco la “furbata” di Homie, hotel senza dipendenti
- Alberghi e Ristoranti: troppi costi a carico degli esercenti e perciò stipendi bassi. Stato dove sei?
- Anche il bagnino ha perso il suo fascino: spiagge senza personale
- La crisi del personale non tocca i sommelier. Ecco perché
- Tagli a contributi previdenziali e stop al lavoro nero, solo così il turismo può ripartire
- I giovani non lavorano più nel turismo. Il motivo? “C'è un problema di valori”
- Mancanza di personale, Fipe: “stiamo lavorando col Governo a una soluzione”
- Crisi della ristorazione: “Si diano ai cuochi tre giorni liberi la settimana”
- Giovani e ristorazione: “lo sfruttamento c’è, ma c’è anche poco spirito di sacrificio”
- La ristorazione non è appetibile per lavorare? “Servirebbe un Masterchef dei camerieri”
- Fare il cameriere a 1,4 euro l'ora? Il caso estremo che fa riflettere su cosa stia accadendo
- Pizzaioli e crisi della ristorazione: “Sempre meno quelli disposti a lavorare quando gli altri si divertono”
- La “fuga” da ristorazione e accoglienza: “Una vita di sacrifici per uno stipendio normale”
- Pasticceria e crisi della ristorazione: “A scuola bisogna istituire la qualifica di Maestro”
- Ristorazione senza personale, Sal De Riso: “Si sceglie disoccupazione e reddito di cittadinanza”
- Crisi della ristorazione, i datori di lavoro: “Stop al reddito di cittadinanza e incentivi a chi assume”
- Alberghi e ristoranti: “Ci rubiamo i dipendenti l'uno con l'altro”
- Turismo: l’estate senza personale è un danno 6,5 miliardi
- Manca personale anche alle discoteche: “Ci affideremo agli stranieri”
- Crisi della ristorazione, i sindacati: “Contratti e condizioni di lavoro inaccettabili”
- Dopo 11 anni da barista diventa commessa: “Ora ho stipendio e orari di lavoro certi”
- Barista con 28 anni di esperienza sceglie la disoccupazione: “Ricevo solo proposte di lavoro irrispettose”
- I giovani fuggono dalla ristorazione, la preside: «Vanno motivati, anche economicamente»