La voglia di vacanza vince su tutto: l’indice di propensione al viaggio torna allo stesso livello pre-pandemia a 67 punti (su scala da 0 a 100) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 sono intenzionati a partire nel periodo estivo, anche se in uno scenario caratterizzato da una certa “volatilità”. Infatti, di questi 23 milioni solo 4 su 10 hanno già prenotato un viaggio, mentre per i restanti rimane per ora solo l’intenzione che probabilmente si tradurrà in prenotazione tardiva, se non addirittura “last minute”. Sono i dati emersi da una ricerca di Confcommercio. La tendenza è che la maggior parte degli italiani farà almeno una settimana di vacanza, spenderà mediamente fino a 1.080 euro e soggiornerà prevalentemente in Italia.
Una nota positiva sembra giungere anche dai dati dell'Osservatorio Confimprese sui consumi che attesta, confrontando il mese di aprile 2022 con quello di 2019, come il settore dei viaggi stia tornando ai livelli prepandemici. Nota positiva che si unisce anche a quella della ristorazione.
Estate 2022, gli italiani tornano a sognare le vacanze
Da un lato, quindi, si assiste ad un vero e proprio nuovo stile di vacanza all’insegna della libertà di scelta e di cambiare idea, dall’altro, si avverte un segnale di forte cautela da parte della domanda, anche perché ben 6 italiani su 10 si dichiarano preoccupati per le conseguenze dell’inflazione e del caro energia. L’unica cosa certa è il danno per la programmazione dell’attività degli operatori: questi i principali risultati che emergono dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio nella rilevazione di fine aprile.
In cima alle preferenze c’è il mare
In cima alla classifica delle preferenze di vacanza – secondo l’Osservatorio - c’è, come da tradizione, il mare, seguito dalla montagna e dall’esperienza culturale, in città e luoghi d’arte che includono i piccoli borghi. In aumento anche il “raggio degli spostamenti”, che di norma è indice di una maggiore propensione alla spesa: l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali, in 6 casi su 10 al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero che, per più di due terzi, sarà in Europa.
Per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più a destinazione, gli intervistati dichiarano che spenderanno in media 1.080 euro, che si riducono a poco più di 600 euro per i break di durata inferiore, da 3 a 7 giorni.
Gli italiani tornano a preferire l’albergo
Torna anche una logica “non Covid” nella scelta delle strutture ricettive dove trascorrere le ferie, a dimostrazione del fatto che gli italiani sembrano essersi finalmente gettati alle spalle i timori per la pandemia. Se ad aprile di un anno fa, per la vacanza estiva principale, il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa, mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi è l’esatto contrario: il 31% andrà in una struttura alberghiera e il 21% in case in affitto. Superato quindi il timore di trascorre molto tempo in un contesto frequentato da altre persone che non si conoscono - peraltro infondato vista l’efficacia dei protocolli di sicurezza sanitaria delle strutture - si riaffaccia l’attenzione per la comodità e il servizio, che in una struttura turistico ricettiva è di norma al centro dell’offerta.
Il presidente di Confcommercio: «Ci stiamo lasciando il Covid alle spalle»
Così Carlo Sangalli ha commentato le previsioni per le vacanze estive dell’osservatorio di Confcommercio. «Dopo due anni di profonda crisi, il turismo sta tornando ai livelli pre-Covid. Le prospettive per l’estate sono positive anche se guerra, inflazione e caro energia preoccupano ancora fortemente. Per questo, le nuove misure di sostegno sono fondamentali anche per le imprese del turismo che è il settore da cui davvero può ripartire tutto il nostro sistema economico».
Sensazioni positive anche dal settore dei consumi
La propensione a spendere per le vacanze estive è confermata anche dagli ultimi dati dell’Osservatorio permanente Confimprese-EY, che analizza l’andamento dei consumi di mercato di aprile 2022 rispetto ad aprile 2019 nei settori abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura). Dallo studio è infatti emerso che il settore viaggi sta recuperando decisamente terreno. Ad aprile 2022 rispetto al 2019 la percentuale dei consumi è ancora negativa (-16,6%), ma sta drasticamente recuperando. Recupera anche la ristorazione (+0,9%) e le vendite nei supermercati che però non riguardano gli alimenti (+4,9%). Segno positivo (+ 4,4%) anche per la prossimità, un fattore che indica la voglia degli italiani di uscire a fare compere anche nei negozi di vicinato.
Infine, le Regioni che confermano una tendenza positiva legata ai consumi si registrano al Sud, con la Campania a +6%. Tra le province peggiori, invece, c'è Bologna (-22,8%), mentre continua l'andamento positivo di Napoli che chiude a +47,4%.