Che Pasqua sarà per il turismo italiano? Non di certo quella della tanto auspicata rinascita ma, provando a essere un po' ottimisti nella lettura dei dati, qualche timido segnale di ripresa sembra esserci. Certo, il contesto internazionale non aiuta. Dopo la pandemia, che si spera abbia definitivamente mollato la presa, è arrivata la guerra a condizionare la voglia di tornare a viaggiare.
Non solo, un ruolo importante lo gioca anche l'inflazione, che sta già condizionando le abitudini di spesa delle famiglie italiane. Ne ha parlato Confcommercio proprio nei giorni scorsi, spiegando come in vista della Pasqua gli italiani effettueranno spostamenti brevi, limiteranno i pernottamenti e spenderanno tra il 10 e il 25% in meno rispetto al periodo preCovid. Un dettaglio non indifferente se si pensa che, anche per la Pasqua 2022, il turismo del Bel Paese dovrà fare a meno degli stranieri o quanto meno dei turisti extraeuropei. Per quanto riguarda gli europei infatti qualcosa si sta muovendo.
Pasqua 2022: timidi segnali di ripresa
Procediamo però con ordine, partendo dal quadro generale. Secondo i dati raccolti da Assoturismo tra Giovedì Santo e Pasquetta ssi prevedono 4,7 milioni di pernottamenti, per una percentuale di occupazione delle camere disponibili del 62,4%. Gli stranieri garantiranno soltanto il 26% delle presenze totali.
Si tratta di numeri inferiori rispetto al 2019, ultimo anno precedente alla pandemia. All'epoca erano stati registrati 6,1 milioni di pernottamenti, anche se occorre sottolineare come, con la Pasqua il 21 aprile e la conseguente vicinanza con la Festa della Liberazione, ci fosse stato un importante aumento rispetto agli anni precedenti. A mancare, come anticipato, sono soprattutto gli stranieri: -1,6 milioni.
Bene città d'arte e laghi
Entrando nel dettaglio, le risposte migliori arrivano dal Centro Italia, dove la percentuale di riempimento arriva al 67,8%. Regge l'urto il Nord Ovest, che si attesta al 62%. Così così il Nord Est (58,1%) e male il Sud, dove quasi una camera su due resterà vuota anche a Pasqua.
Il flusso maggiore di visitatori è atteso nelle città d’arte, con un tasso di occupazione del 75,8%, ma valori interessanti emergono anche per le località dei laghi (69,7%) e del termale (67,4%). Sotto la media nazionale le località della montagna (48%).
Il caso lacustre, dove sono tornati gli stranieri
Per quanto riguarda gli stranieri, le presenze si concentreranno soprattutto nelle località di lago, dove i viaggiatori esteri saranno responsabili del 52,8% dei pernottamenti, mentre toccheranno il minimo nelle località marine (15%).
Le richieste di prenotazioni arrivano soprattutto dai turisti tedeschi, svizzeri e austriaci nelle località dei laghi e della campagna/collina, francesi e britannici in particolar modo nelle città d’arte, ma anche verso le località di montagna.
E i turisti extraeuropei?
Detto dell'Italia e dell'Europa, guardiamo ora al mondo, vero tasto dolente. Se è infatti immaginabile l'assenza di turismo dalla Russia e in generale dall'Est Europa, risultano azzerati gli arrivi dall'Asia Orientale, vale a dire Cina, Corea del Sud e Giappone. L'unico mercato extraeuropeo rilevato da Assoturismo è quello americano, che si concentrerà soprattutto nelle città d'arte.
Parla Assoturismo
«La Pasqua 2022 potrebbe rivelarsi un momento positivo per il turismo italiano, anche se la ripartenza non investe tutti i territori e le tipologie di destinazione, e non è sufficiente ad attenuare la delusione per i mediocri risultati dei mesi invernali - ha sottolineato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti - Se è vero che nelle ultime due settimane le prenotazioni sono tornate a crescere, a sostenere il turismo durante le feste saranno soprattutto i viaggiatori italiani, mentre gli stranieri saranno meno della metà di quanti erano prima del Covid. La preoccupazione è di trovarci di nuovo in una situazione in cui il turismo è alimentato solo dalla domanda domestica: sarebbe troppo poco per sostenere le imprese che, dopo due anni di stop & go, hanno bisogno di sostegni per mantenere i livelli occupazionali».
L'ottimismo di Federalberghi
In occasione della Pasqua anche Federalberghi ha approfondito le scelte degli italiani. L'associazione parla di circa 14 milioni italiani in viaggio (quasi il 90% resterà in Italia), anche se una fetta importante non sceglierà alberghi e B&B, ma alloggi privati: il 28,9% casa di amici e parenti e il 16,6% case di proprietà. Dato rilevante è la motivazione di chi non parte: il 40,1% resterà a casa per motivi economici.
Il giro d'affati stimato è di circa 7 miliardi di euro. Numeri che lasciano spazio a un cauto ottimismo. «L’eliminazione delle più serrate restrizioni dovute al Covid e dettate nell’ultimo decreto per il periodo post pandemico hanno senz’altro sortito il loro effetto in termini di pianificazione e maggior predisposizione alle grandi partenze - ha sottolineato il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - Siamo consapevoli che non si possa cantare vittoria. Nel nostro settore siamo stati praticamente sotto le macerie a causa dei due anni di pandemia».