Addio all'obbligo di Pos per pagamenti inferiori ai 60 euro? No, non è così e a dirlo è il testo della manovra "bollinato" nei giorni scorsi dalla Ragioneria dello Stato. Nel documento, che il 20 dicembre passerà al vaglio della Camera, non si fa infatti menzione alla rimozione dell'obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici, ma viene soltanto modificato il passaggio della legge 17 dicembre 2012, n. 221 sulle sanzioni in caso di rifiuto da parte degli esercenti. Laddove le sanzioni erano previste per il rifiuto di un pagamento "di qualsiasi importo", ora viene inserito "di importo superiore a sessanta euro".
In sostanza, spariscono le sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici per importi inferiori ai 60 euro, ma non viene tolto l'obbligo di accettare pagamenti tramite Pos. Un bel pasticcio, che rischia di creare non pochi problemi a bar e ristoranti che, nella maggior parte dei casi, offrono al cliente beni che vengono consumati subito e che non possono quindi essere restituiti. Vale a dire, se dopo aver bevuto una birra, il cliente si trovasse di fronte al rifiuto di poter pagare con la carta, cosa accadrebbe?
Sotto i 60 euro non ci saranno più sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici, ma resta l‘obbligo di Pos
Pos, niente multe, ma l'obbligo rimane
Procediamo con ordine e vediamo cosa dice la bozza della legge di Bilancio. Nel documento si legge, nel comma 2 dell'articolo 69, "All'articolo 15, comma 4-bis, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, le parole: “di qualsiasi importo” sono sostituite dalle seguenti: “di importo superiore a sessanta euro”".
Ma cosa contiene la legge 17 dicembre 2012, n. 221?. Di seguito il testo integrale dei commi 4 e 4 bis:
A decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso (carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito e alle carte prepagate); tale obbligo non trova applicazione nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231. A decorrere dal 30 giugno 2022, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento di cui al comma 4, da parte di un soggetto obbligato ai sensi del citato comma 4, si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. Per le sanzioni relative alle violazioni di cui al presente comma si applicano le procedure e i termini previsti dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, a eccezione dell'articolo 16 in materia di pagamento in misura ridotta. L’autorità competente a ricevere il rapporto di cui all'articolo 17 della medesima legge n. 689 del 1981 è il prefetto della provincia nella quale è stata commessa la violazione. All’accertamento si provvede ai sensi dell'articolo 13, commi primo e quarto, della citata legge n. 689 del 1981.
La parte in grassetto, nel testo della manovra, viene sostituito, leggevamo prima, con di importo superiore a sessanta euro.
Spariscono, come detto, le sanzioni, ma non si fa menzione in nessun passaggio dell'addio all'obbligo di Pos, che quindi resta valido. Una situazione diversa rispetto alle scorse settimane. Quando si parlava di 30 euro e non di 60, come limite sotto al quale un commerciante avrebbe potuto rifiutare pagamenti con la carta, non si parlava soltanto della scomparsa delle sanzioni, ma anche dell'obbligo di Pos.
Ora, se il documento dovesse essere approvato così com'è, scomparirebbe soltanto la normativa introdotta a giugno 2022 che prevede una sanzione di 30 euro maggiorata del 4% della somma pagata per chi rifiuta un pagamento elettronico.
I problemi per bar e ristoranti
Al di là della confusione, sono almeno due i grossi problemi che questa situazione potrebbe causare a bar e ristoranti. Il primo riguarda il rapporto di fiducia tra cliente ed esercente. Nel momento in cui un barista o un ristoratore non dovessero accettare un pagamento elettronico, il cliente molto probabilmente sceglierebbe di non tornare più nel locale. Questo anche perché i pagamenti elettronici in Italia sono in costante crescita, come confermano i numeri. Se è vero infatti che il nostro Paese è il terz'ultimo in Europa per transazioni elettroniche, davanti soltanto a Bulgaria e Romania, è altrettanto vero che nel 2022 le transazioni sono aumentate del 22%, dopo il +24% dello scorso anno. In controtendenza rispetto alle decisioni prese dal Governo sul tetto ai contanti, sono poi sempre di più gli italiani, soprattutto giovani, che preferiscono pagare con la carta anche importi ridotti.
Il secondo, sicuramente più complesso, riguarda ciò che potrebbe accadere all'atto pratico. Bar e ristoranti quasi sempre vendono beni che vengono immediatamente consumati. Non si tratta di prodotti che, all'occorrenza, possono essere restituiti integri. Se un cliente ordina e consuma pizza e birra e poi, una volta arrivato alla cassa, chiede di poter pagare con la carta, come può l'esercente rifiutarsi? Se fosse stato rimosso l'obbligo di accettare pagamenti elettronici sarebbe facile, ma l'obbligo rimane, pur senza sanzioni. Quindi il cliente potrà pagare con la carta.