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Sconti fantasma: cameriere infedele accusato di truffa per 90mila euro

L’uomo prendeva gli ordini e serviva i clienti. Dopo averli fatti pagare, reindirizzava la transazione su tavoli vuoti, applicando sconti fantasma, e intascava la differenza

di Davide Bortone
 
31 ottobre 2022 | 15:21

Sconti fantasma: cameriere infedele accusato di truffa per 90mila euro

L’uomo prendeva gli ordini e serviva i clienti. Dopo averli fatti pagare, reindirizzava la transazione su tavoli vuoti, applicando sconti fantasma, e intascava la differenza

di Davide Bortone
31 ottobre 2022 | 15:21
 

Prendeva gli ordini e serviva i clienti. Dopo averli fatti pagare, reindirizzava la transazione su tavoli vuoti, applicando sconti fantasma. E intascando poi la differenza. È durato 5 anni e ha fruttato circa 90mila euro lo stratagemma architettato da un cameriere di un noto Hotel Ristorante della Valgardena. L’uomo, 50 anni, italiano, residente nella zona, è ora accusato di truffa aggravata. Le indagini a suo carico sono scattate dopo la denuncia del datore di lavoro, incapace di spiegare gli ammanchi, nonostante il “tutto esaurito”.

A ricostruire il raggiro ideato dal cameriere infedele sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Bolzano, guidati dal capitano Giuseppe Dinoi. Secondo l’accusa, dopo aver acquisito gli ordinativi, servito la clientela e incassato il relativo corrispettivo e rilasciato il documento commerciale - la vecchia ricevuta fiscale - il 50enne indirizzava l’ordine su un altro tavolo, in quel momento non occupato da clienti, riaprendo il conto e simulando l’applicazione di sconti dal 50 al 99%, mai autorizzati dal titolare dell’Hotel Ristorante.

In Valgardena un cameriere avrebbe truffato il ristorante per cui lavorava intascando illecitamente 90mila euro  Sconti fantasma: cameriere infedele accusato di truffa per 90mila euro

In Valgardena un cameriere avrebbe truffato il ristorante per cui lavorava intascando illecitamente 90mila euro

La truffa degli sconti fantasma: indagato un cameriere 

Solo a quel punto il cameriere chiudeva definitivamente l’operazione, in modo che il programma gestionale non totalizzasse il conto effettivo - il cui corrispettivo era stato realmente incassato - bensì quello “scontato”. In questo modo i clienti avrebbero corrisposto l’importo totale dovuto, non avendo alcuna evidenza dello “sconto” applicato. A fine turno, il cameriere consegnava al datore di lavoro una somma di denaro pari agli incassi, come risultanti dal documento riepilogativo prodotto dal gestionale. Trattenendo per sé la differenza tra il totale dello scontrino e gli incassi effettivi.

Per ricostruire l’intera vicenda, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF di Bolzano hanno passato al setaccio più di 36mila documenti relativi agli ordinativi gestiti dal cameriere. Un lavoro minuzioso, che ha portato ad esaminare la memoria del programma utilizzato per la gestione della sala. Il software consentiva di comunicare in tempo reale le ordinazioni alle cucine e al bar, ma anche di redigere gli scontrini e procedere alla totalizzazione dei corrispettivi.

 

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