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Molino Paolo Mariani
Molino Paolo Mariani

I numeri del turismo sono quelli del precovid. Ma un hotel su 5 ha chiuso. Ecco la nuova realtà

I numeri del ponte dell'1 Novembre sono incoraggianti (75% di camere occupate), ma salta all'occhio un dato preoccupante: rispetto all'ultimo anno pre-Covid, sui portali online manca il 20% degli alberghi. C'è chi ha chiuso per sempre o momentaneamente per il caro energia. Altri invece sono tornati alle prenotazioni senza intermediari

28 ottobre 2022 | 15:41
Piazza Navona a Roma piena di turisti  Ognissanti: il turismo è tornato al 2019, ma il 20% degli alberghi non c'è più
Piazza Navona a Roma piena di turisti  Ognissanti: il turismo è tornato al 2019, ma il 20% degli alberghi non c'è più

I numeri del turismo sono quelli del precovid. Ma un hotel su 5 ha chiuso. Ecco la nuova realtà

I numeri del ponte dell'1 Novembre sono incoraggianti (75% di camere occupate), ma salta all'occhio un dato preoccupante: rispetto all'ultimo anno pre-Covid, sui portali online manca il 20% degli alberghi. C'è chi ha chiuso per sempre o momentaneamente per il caro energia. Altri invece sono tornati alle prenotazioni senza intermediari

28 ottobre 2022 | 15:41

Per essere sintetici, bene, ma non benissimo. Il ponte di Ognissanti è ormai alle porte e per il turismo i numeri sono sicuramente positivi. A confermarlo sono le stime elaborate dal Centro Studi di Firenze per Assoturismo Confesercenti, che parlano di 5 milioni di pernottamenti, 1,2 milioni in più rispetto al 2021, con l'atteso ritorno ai livelli del 2019, ultimo anno prima della pandemia. 

E allora cosa c'è che non va? La stessa indagine di Assoturismo Confesercenti fa emergere un numero preoccupante: sui portali per le prenotazioni online è presente il 20% in meno degli alberghi  rispetto al 2019

I numeri del turismo per Ognissanti sono positivi, ma molti alberghi hanno scelto di rimanere chiusi  Ognissanti: il turismo è tornato al 2019, ma il 20% degli alberghi non c'è più

I numeri del turismo per Ognissanti sono positivi, ma molti alberghi hanno scelto di rimanere chiusi

Manca il 20% degli alberghi: che fine hanno fatto? 

La domanda sorge quindi spontanea: che fine hanno fatto questi alberghi? Le spiegazioni possono essere diverse. Delle strutture, una percentuale non ha sicuramente retto ai due anni di pandemia e ha chiuso per sempre

C'è poi chi ha deciso di non aprire a causa dell'aumento esponenziale dei costi dell'energia, ed è sicuramente la porzione più importante e l'aspetto di maggiore attualità, oltre che il più preoccupante. Per numerose strutture infatti, nonostante il caldo stia allungando la stagione, non è conveniente rimanere aperti a fronte delle bollette alle stelle. Una situazione che noi di Italia a Tavola avevamo già raccontato a inizio settembre, con testimonianze che avevano fotografato da nord a sud il rischio di chiusura anticipata della stagione, che i dati di Assoturismo sembrano ora confermare. 

 

 

Via dalle piattaforme di prenotazione online 

C'è infine un altro aspetto, sicuramente interessante e non per forza, in questo caso, negativo. Nel 20% di hotel non più presenti nei portali di prenotazione online evidenziato da Assoturismo sono incluse anche strutture che hanno scelto di lasciare i tradizionali canali in Rete e tornare a sistemi di prenotazioni diretti, senza intermediari. Una tendenza ancora difficile da quantificare, ma che sicuramente esiste e sta crescendo. 

Gli aspetti positivi: il turismo è tornato 

Provando ad andare oltre a questa criticità, ci sono comunque spunti positivi in vista del ponte dell'1 Novembre. Come dicevamo, i numeri sono simili a quelli del 2019. La tendenza positiva è attesa per tutti i prodotti turistici, anche se con andamenti diversificati. In particolare, il tasso di occupazione delle strutture attive nelle città/centri d’arte si attesta all’88%, con punte di oltre il 90% nelle principali città italiane. Meno intenso il flusso di prenotazioni verso le località marine, con una saturazione del 65% dell’offerta disponibile e al netto delle chiusure stagionali degli esercizi ricettivi.

Stesso trend per le località lacuali e di montagna che si attestano rispettivamente al 74% e al 73% di occupazione. Invece, per le località del termale il tasso rilevato è del 79%. Ad andare meglio le regioni del Nord Ovest e del Nord Est. Anche per alcune realtà del Centro le aspettative risultano particolarmente favorevoli, mentre per le regioni del Sud e Isole i tassi di saturazione rilevati risultano decisamente più contenuti.

I risultati migliori si registrano nel Lazio (87% di riempimento), tallonato da Toscana e Umbria (86%) e Piemonte e Veneto (85%). 

Piace il turismo enogastronomico 

Molto gettonato nel primo ponte dell’autunno, secondo le stime di Coldiretti, il turismo enogastronomico, con tanti italiani che si accontenteranno di una gita in giornata magari per visitare una delle tante feste e sagre dedicate ai preziosi “frutti” di stagione come castagne, funghi e tartufi ma anche zucche che sono protagoniste della notte delle streghe di Halloween.

Solo una minoranza del 5% ha scelto di andare all’estero anche a causa dei rincari e degli altri costi che rappresentano peraltro – conclude la Coldiretti - la principale ragione di chi ha rinunciato a partire.

Le preoccupazioni degli operatori turistici 

In linea con l'analisi di Assoturismo anche quella realizzata di Confinustria Alberghi, che punta però il dito sui costi dell'energia. «Bene i segnali che continuano ad arrivare dal settore, dopo due anni di fermo pressoché totale, la ripresa si va consolidando e questo certamente ci conforta - ha detto Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi - Anche guardando più avanti al ponte dell’Immacolata, già si vedono dei segnali positivi. Ma a fronte di questo quadro che conferma la dinamica del settore turistico, le preoccupazioni si concentrano sui conti delle nostre imprese su cui grava drammaticamente l’aumento dei costi dell’energia che mette a rischio l’operatività nei mesi invernali quando fisiologicamente si riduce l’occupazione camere. In assenza di interventi rinnovati e potenziati rischiamo che, malgrado la domanda, ci siano aziende costrette a sospendere l’attività. Ma siamo fiduciosi, sappiamo che il Governo e il neo ministro sono consapevoli e fortemente impegnati su questo punto e confidiamo di poter avere presto le risposte che servono per poter affrontare anche questa fase e non interrompere il percorso di rilancio che il settore ha intrapreso». 

Maria Carmela Colaiacovo I numeri del turismo sono quelli del precovid. Ma un hotel su 5 ha chiuso. Ecco la nuova realtà

Maria Carmela Colaiacovo

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