Il caro bollette non fa sconti a nessuno. A essere particolarmente colpite ci sono, in particolare le stalle con dati allarmati, secondo la Coldiretti: una stalla su dieci (9%) è a rischio chiusura. L’ultima in ordine di tempo è quella di Latte Trento, che a causa dei costi, ha bloccato la produzione di Trentingrana con la chiusura del caseificio di Pinzolo.
A Pinzolo stop al Trentingrana
Prezzi alle stelle. In montagna situazione delicata
A strozzare gli allevatori italiani sono gli aumenti dei costi di produzione, non solo energetici: +95% i mangimi, +110% per il gasolio e +500% per le bollette dell’elettricità necessaria ad alimentare i sistemi di mungitura e conservazione del latte.
Particolarmente delicata e difficile la situazione in montagna, dove il caro bollette sta costringendo alcune aziende, stando alla Coldiretti, addirittura ad abbattere gli animali, con un calo della produzione di latte del 15% che impatta sulla produzione dei formaggi di alpeggio.
Guerra e direttiva sulle emissioni industriali
Alle difficoltà portate dalla guerra in Ucraina, ricorda la Coldiretti, si aggiunge anche il problema della revisione della direttiva Ue sulle emissioni industriali, che finisce per equiparare una stalla con 150 mucche a un inceneritore o a una fabbrica altamente inquinante. Le nuove regole rischiano di colpire circa 180mila allevamenti, esponendoli al rischio chiusura con un effetto domino sulle attività collegate. Da qui la richiesta dell’associazione di rivedere la direttiva, che non tiene conto della circolarità dell'attività zootecnica, in termini di sostenibilità, così come delle riduzioni delle emissioni ottenute dal settore negli ultimi anni.
«Quando una stalla chiude - ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini - si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. La chiusura di un'azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori».