A novembre prosegue la crescita dell’occupazione osservata nei due mesi precedenti, facendo registrare negli ultimi novanta giorni un aumento di quasi 200 mila occupati. Ma Confcommercio smorza gli entusiasmi: «Restano criticità. Fatica a crescere il lavoro dipendente a tempo indeterminato. E il recupero della componente autonoma appare episodico».
Da novembre continua a salire il numero di occupati
Rispetto a gennaio 2021, l’incremento degli occupati è di 700 mila unità e riguarda sia il lavoro dipendente sia quello autonomo. Il tasso di occupazione è quindi più elevato di 2,1 punti percentuali. Rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020), il numero di occupati è comunque ancora inferiore di 115 mila unità, ma il tasso di occupazione, pari al 58,9%, è superiore di 0,2 punti. Quello di disoccupazione è invece sceso dal 9,7% al 9,2% e il tasso di inattività, al 35%, è ancora superiore di 0,2 punti percentuali.
Ma Confcommercio guarda al bicchiere mezzo vuoto
Nonostante i dati positivi che emergono dagli studi Istat, Confcommercio preferisce restare coi piedi per terra, guardando al bicchiere mezzo vuoto. «Il consolidarsi della tendenza al recupero dei livelli occupazionali, pur rappresentando indubbiamente un segnale positivo, non può far trascurare alcuni elementi di criticità che emergono dal quadro complessivo - è scritto in una nota - Le incertezze che ancora permeano il quadro economico di riferimento, infatti, stanno rendendo difficile la crescita del lavoro dipendente a tempo indeterminato, elemento che potrebbe rendere più complessa la programmazione, da parte delle famiglie, dei consumi più impegnativi. Inoltre, il parziale recupero della componente autonoma appare, al momento, un elemento episodico legato alla riapertura di alcune attività stagionali, in considerazione di un saldo, rispetto ai livelli di febbraio 2020, ancora negativo per 210mila unità».