In attesa che il Governo, con molta calma, decida se, come e quando servirà il Green pass gli imprenditori della ristorazione sono in mare aperto, senza appigli, pronti ad ogni iniziativa personale pur di salvare la loro pellaccia, quella di persone prima di tutto e poi quella di imprenditori. A far esplodere ancor di più quella che era una bomba ad orologeria è stata Cinzia Orabona, titolare dell'enoteca letteraria "Prospero" di via Marche, a Palermo che sulla vetrina del proprio locale ha esposto l’annuncio: vietato l’accesso ai no-vax.
Il cartello
In particolare Orabona ha scritto: “Siamo da sempre aperti a tutti i generi, a tutte le età, ai cani, agli unicorni e agli hobbit. Da oggi No Vax, No drink. Vi chiederemo la certificazione che attesta l'avvenuta vaccinazione. (anche la prima dose va bene)". Una cosa per certi versi grottesca per due motivi: da una parte l’idea di escludere delle persone da un locale pubblico non è lecito, dall’altra quella postilla “anche la prima dose va bene” denota come in tutto il mondo regni ancora un’ignoranza pericolosa sul tema vaccini. E non certo per colpa dei cittadini, ma della medicina e delle istituzioni che altro non fanno che confonderci le idee. E poi resta da capire con quale autorità e con quale pazienza un barista ad esempio possa chiedere il green pass ad ogni cliente, anche per un caffè: solo ad immaginarlo sembra ridicolo oltre che pericoloso per le code che si creerebbero e per clienti disincentivati a entrare in un locale.
Caos sui social
Il Far West del Green pass ha subito generato il classico e ignobile odio da tastiera sui social. La titolare dell’enoteca ha ricevuto addirittura minacce di morte da alcuni utenti, contrari alla sua scelta, beccandosi una pronta denuncia. Tutti contro tutti, insomma, mentre il Governo rimanda gli incontri decisivi e lascia tutti in balia di una situazione assurda.
La posizione della Fipe
A sostegno dell’imprenditrice è intervenuto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «Sono vicino all'imprenditrice Cinzia Orabona - afferma - vittima di violenti attacchi e minacce di morte da parte di alcuni no vax per avere consentito l'ingresso nel suo locale solo a chi è vaccinato. A lei va la mia solidarietà. Anche alla luce di questi deplorevoli episodi, torno a chiedere al governo nazionale indicazioni chiare e precise. Per coniugare la difesa del diritto alla salute alla tutela e al rispetto della libertà d'impresa».
Antonio Cottone
Anche Fipe e Confcommercio si sono subito schierati in difesa di Orabona, ma con una precisazione doverosa: «Abbiamo espresso solidarietà per tutto quello che è accaduto dopo la sua scelta - ha spiegato ad Italia a Tavola il presidente di Fipe Palermo, Antonio Cottone - perché tutte le posizioni sono comprensibili, ma non possiamo accettare che i soliti leoni da tastiera oltrepassino i limiti».
Lo stesso Cottone ha poi spiegato: «Non esiste una legge specifica sull’accesso dei clienti nei locali pubblici, ma nessun titolare di un locale può impedire ad un cliente di entrare, se non per motivi di ordine pubblico».
Poi, il suo parere sul Green pass: «Noi riteniamo che lo strumento rischia di limitare la libertà delle persone, ma ancor di più riteniamo che sia un modo per scaricare responsabilità e problemi ancora su bar e ristoranti come sta succedendo da 14 mesi a questa parte. In città c’è confusione ed incertezza figlie di un’inadeguatezza di chi deve prendere decisioni. E intanto ci sono attività che chiudono e persone che perdono il posto di lavoro».
L'aperitivo con vaccino
E sempre da Palermo arriva un altro episodio che allarga ancor di più lo strappo tra vax e no-vax: il locale Nautoscopio ha organizzato nella serata di martedì un aperitivo che offriva drink e seconda dose di vaccino proprio con l’obiettivo di promuovere la diffusione e l’iniziativa è stata un successo. Decisa e improvvisa la posizione di Confindustria la quale propone di inserire il Green pass anche per andare al lavoro, ma al momento sono idee fantasiose perché manca una legge.
La decisione
L’obbligo di green pass per i luoghi a rischio assembramento intanto ha ottenuto il via libera dei presidenti di Regione. E giovedì il Governo approverà il decreto che impone anche in zona bianca di presentare la certificazione verde per spettacoli, viaggi, sport. Si tratta ancora sui ristoranti al chiuso, ma la linea prevalente è di prevedere un pass “leggero” quindi rilasciato a chi ha effettuato soltanto una dose, oppure il tampone negativo effettuato nelle 48 precedenti. È la condizione indispensabile per cambiare i parametri che misurano le zone di rischio e lasciare tutta l’Italia in zona bianca durante l’estate.