Venezia soffre ancora la mancanza di turisti, ma il sindaco Luigi Brugnaro lavora già sul futuro studiando una formula per contenere il fenomeno del turismo di massa attraverso la prenotazione per i “mordi e fuggi”, il numero chiuso e la tassa di sbarco. Per gli alberghi nessun timore perché tutto ciò non vale per chi pernotta, anzi le associazioni di categoria appoggiano l’idea anche se al momento sono ancora impegnati a leccarsi le ferite visto che l’occupazione delle camere in questa estate è del 65% circa nei weekend e del 25% in settimana.
Venezia combatte il turismo di massa
L'idea di Brugnaro
«Siamo i primi al mondo a farlo, la sperimentazione partirà prossimamente», ha spiegato Brugnaro nel corso della presentazione della Fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”. «Abbiamo chiesto e ottenuto una legge sui contributi di accesso, che non è stata ancora messa in essere per due motivi. All’inizio la legge prevedeva che questo contributo venisse assolto dai vettori, ma Ferrovie dello Stato non sono in grado di farlo per la rete commerciale. La somma non ci serve per incassare i soldi, poiché i bilanci del Comune sono stati messi a posto, ma per mitigare l’effetto delle masse che arrivano». Ecco perchè servono tornelli d’ingresso, gestiti da una centrale di controllo che dovrebbe espandere i punti monitorati. Per passarli, basterà uno smartphone per avere la chiave d’accesso. «Sarà a disposizione di chi lavora in città - ha detto il primo cittadino - dei residenti e tutti gli aventi diritto. Sarà la prima esperienza al mondo di gestione della città. Non aveva senso farlo durante la pandemia, né sarà necessario farlo il prossimo anno. Stiamo facendo i primi sondaggi e acquisti, per trovare le migliori soluzioni tecniche. Ma sicuramente prossimamente inizieranno le sperimentazioni e chiederemo a tutti un po’ di pazienza».
Luigi Brugnaro
Albergatori soddisfatti, ma non del tutto
Quella dei tornelli non è certo una novità perché Venezia ci ha già provato nel 2019 con esiti soddisfacenti, ma non del tutto insieme ad altre soluzioni come tutto quello che riguarda le disposizioni per le grandi navi. Anche della tassa di sbarco se ne era parlato già, ma non era mai effettivamente entrata in vigore. Come detto gli albergatori sorridono all’idea più innovativa e decisa rilanciata dal sindaco. «La premessa - hanno spiegato il direttore e il vicedirettore dell’Associazione veneziana albergatori, Claudio Scarpa e Daniele Minotto - è che l’argomento è poco attuale dato che in questo momento Venezia viva il problema opposto rispetto all’overtourism. Detto questo, contiamo che dal prossimo Carnevale la situazione possa tornare a decollare e a quel punto contenere gli accessi a Venezia diventerà una priorità perché il problema esiste. Sarà però da valutare con attenzione le modalità: i tornelli erano una possibilità, ma dobbiamo tenere presente che Venezia non è Capri, ha una forte vocazione turistica, ma è anche capoluogo del Veneto e molte persone ci vengono per sbrigare pratiche burocratiche. La nostra proposta è quella di creare degli hub esterni che accolgano i turisti e consentano loro di parcheggiare, ma lontano dal cuore della città».
Claudio Scarpa e Daniele Minotto
Tassa di sbarco solo ai "giornalieri"
L’associazione veneziana albergatori tiene a specificare poi un elemento determinante: «La tassa di sbarco e il numero chiuso - dice - valgono solo per i turisti che rimangono a Venezia un giorno, chi invece pernotta non è soggetto a queste restrizioni. I turisti che si fermano a Venezia almeno una notte sono il 30% in termini di quantità, ma pesano sul fatturato per il 70%. Ecco perché il grosso problema sono gli escursionisti, sia in termini numerici che di valore economico aggiunto». Poi sul tema della prenotazione: «Accogliere i turisti “escursionisti” sulla gronda lagunare - spiegano i vertici - sarebbe la soluzione per permettere di monitorare al meglio il numero chiuso. Cosa significa? Che se sono previste (a titolo di esempio) 2mila persone, il turista numero 2.001 non entra».
A oggi però i problemi di Venezia sono ben altri nonostante una primavera che era partita bene, ovvero una macchina del turismo che va a rilento. Solo il 60-70% delle strutture alberghiere sono aperte e l’occupazione è del 70-80% nel weekend, ma del 25% circa in settimana. Significa che se tutte le strutture fossero aperte, l’occupazione nei 7 giorni sarebbe circa del 20%, un’inezia rispetto a quanto si registrava ogni anno fino al 2019. Le tappe per il progressivo ritorno agli anni pre-Covid sono la Mostra del Cinema di Venezia a settembre e poi il Carnevale 2022. Prima di tornare a vedere i fatturati pieni però bisognerà attendere il 2024 e c’è una grande incognita: altre eventuali chiusure dovute alla pandemia.