Dall'1 luglio è ufficiale il green pass europeo con cui è
possibile varcare i confini nazionali senza essere soggetti ad alcuna restrizione (leggi: quarantena) nei Paesi di destinazione all'interno dell'Unione Europea. A rendere possibile l'utilizzo di questo strumento, un accordo a livello continentale promosso da Bruxelles che ha messo a disposizione degli Stati membri la piattaforma tecnologica per rendere "leggibile" il certificato di ogni cittadini comunitario.
Green pass europeo in vigore dall'1 luglio
Una misura attesa che ha già "conquistato" 200 milioni di cittadini
Che la misura fosse attesa, soprattutto in vista delle vacanze estive, lo dicono i numeri snocciolati dalla
presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: «Sono già stati generati più di 200 milioni di certificati». Un successo visto il tortuoso cammino che ha portato a questo progetto con fughe in avanti (per prima la Grecia) e problemi legati alla privacy (che anche in Italia hanno visto protagonista il Garante). «A marzo, abbiamo promesso di avere
un sistema a livello dell'Unione europea
per facilitare i viaggi gratuiti e sicuri all'interno dell'Unione entro le vacanze estive. Ora possiamo confermare che il sistema di certificazione digitale Covid dell'Ue è
attivo e funzionante. Il Certificato Digitale Europeo Covid è il simbolo di un'Europa aperta e sicura che si sta aprendo con cautela mettendo al primo posto la tutela della salute dei nostri cittadini», ha affermato von der Leyen.
I nodi da risolvere: numero di vaccinazioni, sicurezza e limiti di utilizzo
Con l'ufficialità, però,
non sono scomparse alcune criticità. Innanzitutto, è partita una
riflessione sull'opportunità o meno, visto il propagarsi della variante Delta,
di rendere effettivo il green pass con due dosi di vaccino somministrato (mentre per ottenere il certificato verde Covid-19 italiano ne basta una). In secondo luogo, c'è da chiarire la problematica riscontrata da alcuni cittadini di una
mancata registrazione della seconda dose in caso di vaccinazione eterologa (dopo l'abbandono dei richiami con Astra Zeneca). A questo si aggiunge
il tema della sicurezza informatica, con la Polizia di Stato che ha messo in guardia gli utenti da tentativi di fronde via Whatsapp (con falsi account che richiedono al destinatario meno attento digitalmente parlando di fornire i propri dai per ottenere la certificazione). Infine, c'è
il tema dell'estensione dell'utilizzo della certificazione. Oltre ai viaggi, quando si deve usare?Su questo tema, negli ultimi giorni di giugno, da Bruxelles è arrivato l'invito agli Stati membri di
estendere la richiesta di green pass a tutti i partecipanti a eventi, concerti, fiere e pure ristoranti. Una posizione, quest'ultima,
sostenuta fin da subito anche da Italia a Tavola e che permetterebbe una maggiore sicurezza durante il servizio al tavolo; soprattutto all'interno. Nel frattempo, va ricordato, che a livello nazionale il certificato verde è già richiesto per partecipare ai banchetti di nozze e - molto probabilmente -
per entrare in discoteca.
Cos'è il green pass europeo
A scanso di equivoci, però, meglio approfondire i dettagli del certificato verde Europeo a cui, va subito detto,
si raccorda il green pass nazionale attivo dal 17 giugno. Il documento
viene rilasciato ai cittadini vaccinati (dopo 14 giorni dall'ultima dose ricevuta),
con un risultato negativo al test molecolare/antigenico o guariti dal Covid. Per accertare lo stato di immunizzazione,
tutte le informazioni vengono veicolate attraverso un Qr Code (che contiene: anagrafica del soggetto, ente che ha rilasciato il certificato e codice identificativo unicovo con dettagli su tipo di vaccino e/o tampone effettuato) e va presentato all'ingresso del Paese di destinazione così da evitare la quarantena all'arrivo oppure di essere sottoposti a ulteriori test. Su questo, tuttavia, manca ancora omogeneità fra i diversi Paesi europei.
Per ottenere il green pass, sarà necessario
scaricarlo dalla piattaforma digitale messa a punto da ogni singolo stato. Per l'Italia, basta seguire
le indicazioni contenute nell'sms che il ministero della Salute invia ai cittadini. Per chi fosse meno avvezzo all'utilizzo degli strumenti digitali, però, si può sempre far affidamento al medico di base o al circuito delle farmacie.