Il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto su fisco e lavoro con le nuove regole sui licenziamenti ha introdotto importanti novità sull’operazione cashback. La strategia del Governo, già anticipata i giorni scorsi, è quella di stoppare il meccanismo che premia gli acquisti con carte di credito, bancomat e app per destinare i fondi risparmiati (circa 1,5 miliardi di euro su una dotazione iniziale di circa 5 miliardi) agli ammortizzatori sociali.
Cashback sospeso per il secondo semestre 2021. Si riprende l'anno prossimo?
Stop dall'1 luglio, salta il secondo semestre 2021. Risparmi sugli ammortizzatori sociali
Dall’1 luglio, insomma,
i soldi che avrebbero dovuto sostenere il secondo semestre del cashback verranno destinati ad altro. In particolare, a
un fondo per gli interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali. Nel frattempo, i rimborsi relativi ai pagamenti dei primi sei mesi del 2021 verranno erogati entro il 30 novembre, derogando così ai 60 giorni di tempo precedentemente previsti dalla misura introdotta a dicembre 2020 dal Governo Conte II. Niente paura, quindi, c
hi ha preso parte al programma si vedrà accreditato sia il rimborso fino a un massimo di 150 euro per le spese effettuate, sia - eventualmente -
il superpremio da 1.500 euro riservato ai primi 100mila iscritti in ordine di transazione elettroniche effettuate. In generale, ad oggi sono 7,86 milioni i cittadini con transazioni valide per un totale di 726 milioni di transazioni elaborate e sono 5,9 milioni le persone che hanno già raggiunto i requisiti per il rimborso statale (almeno 50 operazioni valide con moneta elettronica).
Arrivederci al 2022? Dipende da come va la diffusione del cashless
La decisione presa in Consiglio dei ministri, tuttavia,
non significa che il cashback sia morto e sepolto. Solo sospeso. Da qui alla sua ripresa, che arriverà molto probabilmente nel primo semestre del prossimo anno con le stesse modalità fin qui adottate,
il ministero dell’Economia e delle finanze si impegnerà a monitorare il mercato dei pagamenti elettronici attraverso delle rilevazioni periodiche basate su dati di Banca d’Italia (e magari trovare le contromisure per arginare
il fenomeno delle micro-transazioni). Perché, se da un punto di vista puramente economico, il cashback non si è dimostrata quella leva sui consumi che tutti immaginavano (complice anche l'ulteriore recrudescenza della pandemia e delle chiusure), è pur vero che
ha dato una spinta decisiva all'adozione di metodi di pagamento cashless, ossia senza contanti - e quindi a prova di "nero".