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Licenziamenti, finisce il blocco. Resta per tessile e moda

Nella cabina di regia del 28 giugno il Governo ha messo a punto un meccanismo che protegge i settori più colpiti dalla crisi (tessile e moda). Per le piccole imprese c'è margine fino a fine ottobre

 
29 giugno 2021 | 12:14

Licenziamenti, finisce il blocco. Resta per tessile e moda

Nella cabina di regia del 28 giugno il Governo ha messo a punto un meccanismo che protegge i settori più colpiti dalla crisi (tessile e moda). Per le piccole imprese c'è margine fino a fine ottobre

29 giugno 2021 | 12:14
 

Accordo trovato sullo sblocco dei licenziamenti: dall’1 luglio sarà possibile effettuarli per le aziende della manifattura e dell’edilizia. Prorogato al 31 ottobre, invece, lo stop per le piccole imprese dei servizi e la filiera del tessile (comprese pelletteria e calzature per un totale di circa 250mila lavoratori e un esborso per le casse dello Stato intorno ai 500 milioni di euro) che potranno continuare a sfruttare la cassa integrazione Covid gratuita per 17 settimane. A questa misura si aggiunge anche la concessione di ulteriori 13 settimane di cassa straordinaria alle imprese in crisi di cui si sta negoziando la soluzione ai tavoli ministeriali (circa 90 aziende coinvolte) a patto di non licenziare.

Sblocco dei licenziamenti: dall'1 luglio possibile per manifattura ed edilizia Licenziamenti, sblocco selettivo Somministrazione dal 31 ottobre

Sblocco dei licenziamenti: dall'1 luglio possibile per manifattura ed edilizia


La cabina di regia del 28 giugno e la mediazione di Mario Draghi

La soluzione sui licenziamenti è arrivata dopo un confronto nella cabina di regia avvenuto nel pomeriggio del 28 giugno a cui hanno partecipato diversi ministri. Da un lato, Andrea Orlando (Lavoro), Stefano Patuanelli (Agricoltura), Roberto Speranza (Salute) e Renato Brunetta (Pubblica amministrazione) hanno provato a spingere per una proroga generalizzata. Dall’altro, Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) ed Elena Bonetti (Famiglia) si sono opposti. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi alla fine ha mediato. Ma la soluzione finale sarà contenuta in un decreto ad hoc atteso per il 30 giugno. 

Landini (Cgil): «Oltre i licenziamenti ci sono altri strumenti da utilizzare»

Dal fronte sindacale, la prima reazione arriva da Maurizio Landini, leader della Cgil intervenuta ai microfoni di Radio Anch’io: «È sbagliato utilizzare i licenziamenti ora: ci sono altri strumenti che sarebbe interesse di tutti gestire. La nostra richiesta era la proroga per tutti. Allo stesso tempo, l’utilizzo della Cig ordinaria a zero sarebbe importante. Tutte le aziende dovrebbero prendere l’impegno che questo è lo strumento prioritario».

Per i consulenti del lavoro «si sposta il problema senza risolverlo»

Sul Corriere della Sera, Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro commenta così: «È una situazione che certamente interviene sui settori in crisi, ma sposta il problema senza risolverlo. Servirebbe un buon sistema di politiche attive, oltre che la ripartenza dei settori produttivi. Il tema centrale, al momento non discusso adeguatamente, è cosa fare dopo. Perché il divieto di licenziamento è una sorta di pezza che sta cercando di tappare una potenziale emorragia di posti di lavoro, ma non è pensabile che prolungandolo oltremodo il problema si risolve da solo».

Verso un nuovo decreto il 30 giugno

Ma come stanno le cose ad oggi, 29 giugno? Attualmente vige la norma introdotta dal decreto Sostegni I: blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per le aziende che utilizzano la Cassa intergazione guadagna ordinaria e al 31 ottobre per le altre aziende (che utilizzato ammortizzatori sociali come Fis e Cassa in deroga o che afferiscono al settore dell’artigianato, del terziario e della somministrazione). Ovviamente, si può sempre licenziare nel caso in cui l’azienda fallisca, venga messa in liquidazione o cessi definitivamente la propria attività. Su questo, proprio il 30 giugno, il Governo è chiamato a emanare un decreto ad hoc con le modifiche sopra descritte inaugurando il “blocco selettivo” dei licenziamenti.



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