È ancora tutto spento all’interno delle discoteche. Il Governo ha “dimenticato” le attività anche nell’ultimo decreto sulle riaperture lasciando i gestori in balia di una data di ripartenza che al momento proprio non c’è, non si vede, neanche si respira. Intanto che qualcuno si organizza e sfrutta la possibilità (con scarso successo) data dal decreto di aprire i locali, ma solo come bar e ristoranti e senza la possibilità di ballare, il commissario Francesco Figliuolo ha provato a scendere in pista inviando al Comitato tecnico scientifico e alla Conferenza delle Regioni una lettera sulla «possibile riapertura in sicurezza del settore dell’intrattenimento danzante, nella piena compatibilità con la tutela della salute di utenti e lavoratori».
Discoteche senza ballare, un flop
Troppa confusione sulle riaperture delle discoteche
Insieme alla lettera, il protocollo della
Silb-Fipe, l’associazione di settore. Un documento condiviso due giorni fa da
Luca Zaia, presidente del Veneto, nel vertice sulle riaperture nelle zone bianche. Un passo minimo, ma che denota la volontà di un profilo centrale in questo percorso di
uscita dall’emergenza sanitaria di dare un’occasione alle
discoteche. E la proposta è anche quella di destinare le
discoteche ad Hub vaccinali così da spingere i
ragazzi a sottoporsi al vaccino, aumentare la percentuale di persone vaccinate in Italia e
aprire i locali col green pass.
Ma la confusione è tantissima: solo mercoledì si era parlato dell'accordo raggiunto tra
ministero della Salute e Regioni sulle regole da applicare nella fascia con il livello più basso di rischio Covid, fermo restando l'obbligo delle mascherine e del distanziamento. In questo incontro era stato deciso:
zona bianca senza coprifuoco e con riaperture anticipate, discoteche chiuse anche col green pass.
Gianni Indino (Silb): «Siamo l'unico settore senza un percorso di riaperture»
E quindi? «E quindi questa ultima mossa di
Figliuolo è solo un contentino - ha detto
Gianni Indino, presidente Silb Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da
Ballo e di Spettacolo - resta che il nostro comparto è l’unico ancora chiuso. Per tutti gli altri è stato studiato un percorso, come successo ad esempio per i ristoranti, per le discoteche no, nessuna data. Addirittura ci è stato detto di aprire, ma senza ballare.
È come dire che si può andare al cinema, ma senza poter vedere il film. È vero, si può aprire in modalità bar o ristorante, con la musica, ma la stragrande maggioranza dei locali non hanno la possibilità di aprire così anche perché non tutte sono situate nei
centri o in località di villeggiatura».
Gianni Indino (foto:Rimininotizie)
Frontemare di Rimini: Troppi disagi
Qualcuno però ci prova, come
Alberto De Luca del
Frontemare di Rimini, anche se con scarsi successi. «Ci si adatta - spiega - ma se manca il ballo siamo molto limitati: è come camminare con una gamba sola.
Ci sono troppi vincoli, troppe restrizioni, non si può fare nulla. Noi al momento organizziamo la cena spettacolo con band musicale dal vivo, ma tra coprifuoco, e la gente che di solito è abituata al format cena+ballo e
non è facile tenerla al proprio posto, è un grande disagio. Stiamo facendo la metà della metà dei coperti, ne facciamo
150 invece che 450».
Tito Pinton: Su tre locali ne aprirò solo uno
Dal canto suo
Tito Pinton gestisce tre discoteche, ma solo una di queste si può prestare a diventare un locale per cene spettacolo ed è il Biblos di Riccione mentre il
Musica (sempre nel cuore della Riviera Romagnola) e i
Muretto di Jesolo dovranno aspettare il turno delle discoteche. «Il Biblos - spiega - era già nato un po' con quella filosofia e quindi abbiamo programmato un'estate con tanti ospiti illustri che partirà il 26 giugno. Ora è impossibile con il coprifuoco, non ha senso e non porterebbe clientela.
Avremo la cena spettacolo con il dopo serata, per offrire qualcosa in più di quello che offre il ristorante perchè il problema di questo periodo è alla radice: se un imprenditore vuole fare il ristorante, fa il ristorante e se il cliente vuole uscire a cena, cerca un ristorante.
Gli altri due locali invece sono troppo grandi, sarebbe impossibile gestire la ristorazione e troppo oneroso ristrutturarli per adibirli a ristorante».
A Genova da discoteca a pizzeria-focacceria
Nei giorni scorsi abbiamo raccontato anche la
storia di un altro imprenditore che ha provato ad adattarsi, Max Giannini che a Genova ha aperto la pizzeria-focacceria Ravatti
al piano alto del Casa Mia Club, discoteca gestita dallo stesso Giannini che non poteva attendere ulteriori novità sull'apertura delle discoteche. «È stato un periodo complicato per molti, cerchiamo di metterlo alle spalle con qualcosa che ci faccia tornare il sorriso! - sintetizza Giannini - Sarà per noi il posto dove si potrà mangiare, bere, chiacchierare, ascoltare musica e organizzare eventi in attesa di riaprire il club che completerà l’offerta per il target 20/30 anni nel centro di Genova».
L’ironia è già nel brand di questo nuovo ritrovo dei genovesi.
“Ravatti” nella lingua ligure ha, infatti, più di un significato, a seconda del tono di voce e del contesto, ma si può sintetizzare in: “qualcosa di poco conto, un po’ vecchio e usurato, passato di moda, da buttare”.
Ovvero un po’ come si sono sentiti per un lungo periodo gli imprenditori della ristorazione. Alcuni di loro però non sono capaci di piangersi addosso e mostrano una nuova capacità di ribaltare a loro favore anche il significato un termine così radicato. Genova è anche questo.
Siamo in centro, Via XII Ottobre, luogo intorno al quale stanno sorgendo diverse attività dedicate a chi ama passare la serata in compagnia.