Blocco dei
licenziamenti fino al
30 giugno e possibilità per le imprese di utilizzare la
cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l'impegno a
non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. Viene
meno invece la proroga del blocco dei licenziamenti al 28 agosto per le aziende che avessero chiesto la cig Covid dall'entrata in vigore del decreto entro fine giugno. È questa la proposta definita “di mediazione” sostenuta nella serata di lunedì dal Premier
Mario Draghi per permettere al
Decreto Sostegni II - inchiodato proprio a causa di questo nodo licenziamenti/cassa integrazione - di sbloccarsi ed essere pubblicato in Gazzetta ufficiale e di dare chiarezza sul futuro alle imprese in difficoltà, quelle della
ristorazione e del
turismo su tutte.
Una decisione che ha scatenato l'opposizione dei sindacati.Le nuove norme sui licenziamenti
La nota di Palazzo Chigi
L’annuncio è arrivato con
una nota di Palazzo Chigi nella quali si legge: “All'esito di un
percorso di approfondimento tecnico svolto sulla base delle proposte avanzate dal Ministro Orlando in Consiglio dei Ministri che prevedono un insieme più complessivo di misure per
sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza, è stata definita una proposta che mantiene la possibilità per le imprese di utilizzare la Cassa integrazione ordinaria, anche dal primo di luglio, senza pagare addizionali fino alla fine dell'anno
impegnandosi a non licenziare”.
Il percorso effettuato dal Decreto
Il Decreto - che prevede un borsino da
40 miliardi di aiuti all’economia, di cui circa 15 per gli aiuti a fondo perduto -
era fermo proprio perché il ministro al Lavoro,
Andrea Orlando, aveva proposto a sorpresa e senza confronti che: se un’impresa chiede la Cassa integrazione Covid-19 entro fine giugno (dalla data di entrata in vigore del decreto legge) si vede
prorogare il blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto; dal primo luglio,
se una impresa utilizza la cassa ordinaria non paga le addizionali ma al tempo stesso non può licenziare mentre utilizza la Cassa integrazione. “Nell'ambito di questo percorso resta aperto il confronto con le parti sociali”, aggiunge la stessa nota. Un’aggiunta significativa che lascia aperte molte porte e che ci tiene a non mettere il Decreto sul piano del: prendere o lasciare.
È scontro fra Confindustria e sindacati
La proposta di Orlando era stata criticata subito dalle imprese perché - a detta loro - mina la certezza del diritto e soprattutto è difficilmente applicabile. «Lo slittamento a fine agosto non va - aveva detto al
Sole 24 Ore Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria per le Relazioni industriali - non solo per il merito, ma per il metodo e per l’affidabilità dei rapporti tra noi e il ministro». La replica a questa nota che alimenta il gioco della parti è arrivata dai segretari generali di Cgil Lombardia
Alessandro Pagano, del Piemonte
Pier Massimo Pozzi, del Veneto
Christian Ferrari, e dell’Emilia Romagna
Luigi Giove affermando che «l'unica cosa di cui non c'è bisogno in questo momento nel nostro paese è lo sblocco dei licenziamenti».
I sindacati vanno però sunito all'attacco: «il messaggio che viene dato, avendo ascoltato un po' troppo Confindustria, è che i problemi si risolverebbeero con la libertà di licenziare: un messaggio sbagliato. Noi continueremo a chiedere che ci sia una proroga del blocco», così ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dicendo che «i testi ancora non li abbiamo visti» e che «la partita non è chiusa» perché «non vogliamo trovarci di fronte a migliaia di licenziamenti: non è il momento di aprire ulterori fratture sociali» nel Paese. Parla poi di «soluzione debole, non in grado di arginare il rischio di uno tsunami sociale e occupazionale che arriverà con l'uscita dal blocco dei licenziamenti» il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Venerdì 28 maggio i sinmdacati saranno in piazza con la manifestazione unitaria davanti al Parlamento.
Le novità in tema di lavoro: contratto di rioccupazione, espansione e solidarietà
Nel decreto Sostegni II,
grazie a un fondo di circa 4 miliardi, saranno introdotti degli strumenti per favorire l’occupazione e ridurre il più possibile gli effetti dello sblocco dei licenziamenti. Si tratta di sgravi al 100% fino a seimila euro per il
contratto di rioccupazione (ossia contratti subordinati a tempo indeterminato legati a percorsi di formazione e periodi di prova di massimo sei mesi), nuove norme sui
contratti di solidarietà (le aziende in presenza di una perdita di fatturato del 50% potranno stipulare contratti che portano la retribuzione al 70% a fronte del mantenimento dei livelli occupazionali) e l’estensione dei
contratti di espansione (che consente il prepensionamento dei dipendenti che si trovano a non più di 60 mesi dalla pensione) alle imprese da 100 dipendenti in su. A questo si aggiunge il rifinanziamento del bonus per gli stagionali: 1.600 euro a testa una tantum.