La Sardegna torna a vedere la zona bianca e subito si alza il livello del dibattito. Al centro, il tema dei tamponi e dello screening per accedere all’isola. Una querelle innescata dal presidente di Regione, Christian Solinas che conferma la linea dura: fino al 28 maggio, chi sbarca in porti e aeroporti sardi deve avere con sé un attestato che ne dimostri lo stato di salute.
Fino al 28 maggio, per entrare in Sardegna si deve dare prova del proprio stato di salute con certificato vaccinale, test o autoisolamento
Cosa serve per sbarcare sull'isola
Più in particolare, per entrare in Sardegna
dovranno essere esibiti, a scelta e se in proprio possesso:
- l’attestato di totale vaccinazione;
- l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato non oltre 48 ore prima di partire
Per chi non avesse modo di presentare questi due certificati, sarà messa a disposizione la possibilità di
sottoporsi a un test rapido all’arrivo nel luogo di sbarco. Chi si rifiutasse di farlo in quell’occasione avrà l’
obbligo di recarsi entro le 48 ore dall’ingresso sull’isola, presso una struttura autorizzata e sottoporsi al tampone molecolare a proprie spese. Infine, c
’è anche la possibilità di autoisolarsi per 10 giorni.
Altro che green pass.
Una scena già vista a febbraio
La
situazione è la stessa che si è presentata a febbraio e ricalca la dialettica innescata lo scorso anno alla ripresa della stagione turistica. Da un lato, le istituzioni regionali che puntano a mettere in campo la linea dura per evitare esodi incontrollati; dall’altro lato, le imprese dell’ospitalità che si ritrovano nella confusione più totale in vista della programmazione della stagione estiva. Nel frattempo,
giornalmente arrivano sull’isola circa 2-4mila persone e il
ponte del 2 giugno. Tanto che in alberghi e agriturismi si è già registrato un aumento delle prenotazioni, comprese alcune comitive di stranieri, che portano a una
stima di 4-8mila ingressi previsti.
Senza parlare dei proprietari di seconde case il cui spostamento in alcuni casi si era trasformato in un cambio di residenza. Una situazione delicata se si pensa che
la Sardegna si trova all’ultimo posto per dosi ricevute e somministrate, il cui rapporto non raggiunge l’80%, e non riesce a raggiungere le 17mila iniezioni richieste dal commissario all’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo.